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Alluvione nelle Marche, Acquaroli chiede Piano straordinario per la sicurezza ambientale

Intanto, a Sassoferrato la famiglia Tassi-Memoli ha abbracciato "gli angeli in divisa" che l'hanno salvata, la sera dell'alluvione. Proseguono le ricerche di Brunella

Le ricerche di Barbara Chiù (foto Antic)

Ancona, 28 settembre 2022 - Dissesto idrogeologico: sono necessari un Piano straordinario nazionale per la sicurezza ambientale e la semplificazione del quadro normativo degli interventi di messa in sicurezza dei fiumi e del territorio che preveda le risorse per la realizzazione delle opere, e il potenziamento del personale. Questa la richiesta che oggi il presidente di Regione Marche, Francesco Acquaroli, ha condiviso con i governatori, inserita e discussa tra i punti all'ordine del giorno della seduta della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome.

Dopo il ringraziamento per la solidarietà e la vicinanza di tutte le Regioni nei confronti delle Marche in seguito alla tragica alluvione del 15 settembre scorso, Acquaroli ha evidenziato la necessità a livello nazionale di fronteggiare con un un Piano straordinario nazionale eventi di questo tipo "segno inequivocabile e violentissimo di una nuova era climatica", considerata l'enorme necessità di risorse per mettere in sicurezza l'intero territorio nazionale.

"La Protezione civile regionale- ha spiegato Acquaroli- ha pubblicato il rapporto che descrive un evento assolutamente straordinario per intensità e limitatezza nel tempo, un evento millenario, che ha riversato sulle nostre montagne e sul nostro entroterra in pochissime ore una quantità di acqua che di solito cade in sei mesi. Questo ha creato le condizioni devastanti sui corsi dei fiumi e a valle, che purtroppo abbiamo visto. Al netto della forza di questo evento, sono chiare le conseguenze che dobbiamo trarre. Ogni Regione con i propri bilanci e con i fondi europei può fare sforzi che permettono una manutenzione ordinaria e qualche intervento mirato, ma non un intervento strutturale".

Pertanto il governatore ritiene "sia giunto il momento di attrezzarci tutti ad affrontare eventi 'fuori scala' e superare la frammentazione delle competenze. Credo che non ci sia altra via che quella di mettere in campo un Piano straordinario nazionale che punti, con risorse adeguate e una visione integrata e sinergica, sulla prevenzione dei rischi idrogeologici. Chiedo quindi a tutti di aderire a questa battaglia che non riguarda solo le Marche ma l'intera Nazione, per mettere in sicurezza i territori soprattutto quelli più vulnerabili. C'è poi l'aspetto normativo che va semplificato per velocizzare le procedure e gli interventi".

Famiglia salvata: "Grazie agli angeli in divisa"

Un incontro speciale è avvenuto questa mattina alla stazione dei carabinieri di Sassoferrato. Un incontro emozionante e strappalacrime. "È bello vedere i volti di chi ci ha salvato", ammette la famiglia Tassi-Memoli che ha voluto incontrare i carabinieri che l'hanno salvata, la sera dell'alluvione del 15 settembre scorso che ha messo in ginocchio Sassoferrato (Ancona) ma anche altre zone dell'hinterland Senigalliese e Pesarese. Alessio Tassi, appena uscito dall'ospedale, la compagna Maria Memoli, la figlia e Tommaso Fiore hanno raggiunto la sede della stazione dei carabinieri di Sassoferrato.

Ad accoglierli, insieme al capitano della Compagnia, Mirco Marcucci, c'erano i carabinieri che sono riusciti a salvare Alessio poco prima che annegasse a causa dell'acqua e del fango che lo avevano intrappolato in un locale nella palazzina in cui vive con la famiglia. Sono: il Luogotenente Matteo Prencipe comandante della stazione, il carabiniere Daniel Farinelli; il carabiniere Scelto Christian Morosi Pipparelli della stazione locale, l'appuntato Scelto Matteo Scarinci della Stazione di Fabriano e l'appuntato Scelto Gianluca del Norm di Fabriano.

"Ringrazio gli angeli in divisa che mi hanno salvato la vita facendo una catena umana", ricorda Alessio ripercorrendo quei terribili momenti; la compagna era salita sul tetto per salvarsi dalla piena. "Sono salito sopra il tettino dell'auto per raggiungere la mia compagna e sono caduto, inghiottito dall'acqua. - racconta Alessio - Non ce la facevo più. In quella stanza, con l'auto che bloccava l'uscita, 20 cm d'aria. Non so quanto tempo mi rimaneva. Mi sono aggrappato alle travi di legno per non lasciarmi andare. Poi per fortuna i carabinieri mi hanno trovato, giusto in tempo, e sono riusciti a tirarmi fuori. Sono vivo per miracolo". Dopo aver affidato Tassi al 118, uno dei giovani carabinieri in servizio era salito sul lucernaio, dove Maria Memoli e la figlia erano rimaste intrappolate nel palazzo allagato; anche loro erano state salvate.

Proseguono le ricerche di Brunella

Intanto, a 13 giorni di distanza dalla sera del 15 settembre, quando le piogge causarono ingenti danni nel Pesarese e le ondate di piena dei fiumi Nevola e Misa provocarono nel Senigalliese distruzione, 12 morti e tante persone sfollate, i soccorritori cercano ancora Brunella Chiù, 56enne di Barbara. La donna era stata travolta dalla furia del Nevola nella zona di Coste di Barbara ed è l'unica persona ancora dispersa: morì anche la figlia Noemi Bartolucci, 17 anni, i cui funerali si svolgeranno domenica prossima a Barbara, mentre l'altro figlio Simone, 23 anni, si salvò miracolosamente rimanendo aggrappato a una grossa pianta.

Coordinati dall'Unità comando locale dei vigili del fuoco a Barbara ci sono oltre 70 uomini in azione tra cui una cinquantina di vigili del fuoco, oltre a volontari di protezione civile e carabinieri, tra squadre di terra che perlustrano gli argini e sommozzatori dei Vvf che scandagliano i fiumi. Oggi saranno operativi anche i cinofili della Protezione civile. Le ricerche, attualmente, si stanno concentrando nell'area dove era stata ritrovata la Bmw Serie 1 bianca di Brunella, zona San Domenico di Corinaldo, e vicino al Ponte Burello; verifiche anche sul fiume a scendere in direzione di Senigallia.

Un territorio molto vasto da controllare che rende problematiche le operazioni, difficoltose anche per i cumuli di detriti, vegetazione, alberi e fango che nascondono alla vista molti anfratti. Le acque di Nevola e Misa erano esondate fino a diverse centinaia di metri dagli argini e il corpo, come nel caso del piccolo Mattia, trovato senza vita in un campo a circa 150 metri dal Nevola a Passo Ripe di Trecastelli, e per il quale sono stati celebrati ieri i funerali a Barbara, potrebbe essere anche 'lontano' dai fiumi e magari essere rinvenuto in maniera 'casualè.