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Villa Spada a Treia in provincia di Macerata

Villa La Quiete, chiamata comunemente villa Spada, è una delle ville più belle della regione, risalente all'Ottocento

Villa La Quiete, chiamata comunemente villa Spada, è una delle ville più belle della regione, risalente all'Ottocento

Meglio conosciuta come Villa Spada, è un monumento tra i più rilevanti dell’Ottocento italiano, nonché una delle più belle ville delle Marche. Sorge su un’altura poco distante dal centro storico del comune di Treia. Dal loggiato del piano nobile domina la vallata del fiume Potenza, fino a scoprire il mare Adriatico a 30 km di distanza. La splendida villa neoclassica, opera di Giuseppe Valadier, come attestato da un suo schizzo autografo del 1815 per il progetto del prospetto principale, è immersa in un parco di circa 3 ettari, completamente cinto da mura e caratterizzato da giardini all’italiana, orti, ampie zone boscate e alberi secolari. Dal 1828 la villa divenne proprietà del conte Lavinio de’ Medici Spada, che la scelse come propria dimora, modellandola, nell’arco degli oltre trent’anni in cui la possedette, ad accogliere i suoi molteplici interessi. Il conte fu in effetti un personaggio complesso, che si trovò più volte ad avere ruoli di primo piano nelle vicende storiche del Risorgimento.
Colto e amante delle scienze, oltre che della poesia, Lavinio trasformò il parco di Villa La Quiete in un vero e proprio giardino botanico, con oltre 10.000 specie diverse, tra cui oltre 400 varietà di camelie. Dopo la morte della moglie, avvenuta nel 1860, fece realizzare all’interno della casa un piccolo Pantheon in cui conservò tutti i suoi effetti personali. Dopo la morte del conte, nel 1864, villa La Quiete viene ereditata dal fratello Alessandro e poi venduta dal nipote Tommaso. Per nessuno dei successivi proprietari fu una casa in cui vivere e trascorrere la propria esistenza. Villa Spada cadde in decadenza quasi da subito. Durante la Seconda guerra mondiale, divenne dapprima campo di internamento per donne di “dubbia condotta morale e politica”; poi, campo di internamento per una cinquantina di figuranti coloniali fatti venire in Italia da Somalia, Eritrea, Etiopia e Libia: la maggioranza faceva parte della polizia dell’Africa Italiana, ma c’erano anche donne e bambini. Tra il 1943 e il 1944, il secondo corpo polacco si insediò qui prima della liberazione di Ancona dai nazifascisti. Dagli anni ’60 fino al 1980, la Villa ospitò l’asilo Savoia, gestito da personale ecclesiastico. Nel 1980 è stata ceduta in comodato d’uso a un privato.
Nonostante il lungo abbandono e il conseguente degrado, Villa La Quiete è considerata un autentico capolavoro dell’architettura neoclassica italiana.

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