Ancona, 13 ottobre 2022 - Comportamenti virtuosi da tenere a mente in vista dell'inverno, quando gli italiani saranno costretti a regolare al ribasso i termostati degli impianti di riscaldamento complice la stretta nazionale varata dal Governo. Cambieranno, dunque, le norme per la regolamentazione della temperatura, nonché gli orari di accensione dei caloriferi nella stagione più fredda. Zone climatiche e misure nel dettaglio, con particolare riguardo alle Marche: tutto quello che c'è da sapere.
Riscaldamento 2022, quando si accendono i termosifoni nelle Marche
Nuove regole
È del 6 settembre scorso il Piano nazionale di contenimento dei consumi di gas, pubblicato dal Ministero della Transizione ecologica a guida Roberto Cingolani, “necessario per rafforzare la sicurezza del sistema energetico nazionale e per adempiere alle previsioni del Regolamento”. Regolamento che è “concernente la riduzione volontaria della domanda di gas naturale del 15% nel prossimo inverno, a partire dal 1° agosto 2022 fino al 31 marzo 2023, rispetto al consumo medio di gas nello stesso periodo dei cinque anni precedenti. Tale riduzione della domanda di gas, da avviare tramite l’introduzione di misure inizialmente volontarie ma che possono diventare vincolanti in caso di “Allerta europea”, mira a realizzare in Europa risparmi utili a prepararsi a eventuali interruzioni delle forniture di gas dalla Russia”. Tale Piano, come da previsione, è stato aggiornato al 6 ottobre con apposito Decreto ministeriale ma non cambia la sostanza: bisognerà tirare la cinghia sul consumo di gas. E in tal senso sono stati definiti nuovi limiti temporali: il periodo di accensione degli impianti, ad esempio, è ridotto di un’ora al giorno e il periodo di funzionamento della stagione invernale 2022-2023 è accorciato di 15 giorni, posticipando di 8 giorni la data di inizio e anticipando di 7 la data di fine esercizio. Contestualmente è stata decisa la riduzione di un grado dei valori massimi delle temperature degli ambienti riscaldati di case ed edifici commerciali: 19°C per tutti gli edifici e 17°C per quelli adibiti ad attività industriali, artigianali e assimilabili, con 2°C di tolleranza. A stretto giro, sarà pubblicato un vademecum con le indicazioni essenziali per impostare la temperatura.
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Eccezioni
“Le riduzioni hanno delle esenzioni – scrive il Mite -. In particolare non si applicano agli edifici adibiti a luoghi di cura, scuole materne e asili nido, piscine, saune e assimilabili e agli edifici adibiti ad attività industriali, artigianali e simili per i quali le autorità comunali abbiano già concesso deroghe ai limiti di temperatura dell’aria, oltre che agli edifici che sono dotati di impianti alimentati prevalentemente a energie rinnovabili”. Inoltre, se dovessero verificarsi situazioni climatiche particolarmente severe, le autorità comunali, con proprio provvedimento motivato, possono autorizzare l’accensione degli impianti termici alimentati a gas anche al di fuori dei periodi indicati al decreto, purché per una durata giornaliera ridotta.
Divisione in 6 zone climatiche
Sono state stabilite delle zone climatiche nelle quali vigeranno regole e orari differenti per l'accensione degli impianti. Nella zona A, impianti accesi 5 ore giornaliere dal 8 dicembre al 7 marzo; B: 7 ore dal 8 dicembre al 23 marzo; C: 9 ore giornaliere dal 22 novembre al 23 marzo; D: 11 ore giornaliere dal 8 novembre al 7 aprile; E: 13 ore giornaliere dal 22 ottobre al 7 aprile; F: nessuna limitazione. La A, dunque, è quella che registra temperature più calde, al contrario della F che presenta le più fredde (specie al nord Italia).
Quando si accende il riscaldamento nelle Marche
In prevalenza ricadono nella zona E, dunque con riscaldamenti accesi per 13 ore al giorno, dal 22 ottobre al 7 aprile. Questo per la quasi totalità delle province di Ancona e Pesaro Urbino. Il discorso muta leggermente nelle province di Ascoli Piceno, Fermo e Macerata che per una circa metà corrispondono alla fascia D: qui i termosifoni potranno essere azionati per 11 ore e dall’8 novembre al 7 aprile. Non mancano poi i casi singolari: alcuni territori del Piceno, al confine con il Lazio, ricadono nella zona E. Che tradotto: è quella più fredda, nessuna stretta.