
MATELICA
3
SAMBENEDETTESE
1
MATELICA (4-3-3): Vitali; Tofanari, De Santis, Magri, Di Renzo; Balestrero, Bordo, Calcagni (31’s.t. Fracassini); Volpicelli (1’s.t. Alberti), Moretti, Leonetti (31’s.t. Peroni). A disp. Cardinali, Barbarossa, Pizzutelli, Santamarianova, Baraboglia, Franchi, Seminara, Maurizi, Mbaye. All.: Colavitto
SAMBENEDETTESE (4-3-3): Nobile; Fazzi, Cristini, D’Ambrosio, De Goicoechea; De Ciancio (8’s.t. Padovan), Rossi (19’s.t. D’Angelo), Angiulli; Botta, Lescano (31’s.t. Maxi Lopez), Liporace (8’s.t. Bacio Terracino). A disp. Laborda, Fusco, Trillò, Di Pasquale, Chacon, Babic, Scrugli, Lombardo. All.: Montero
Arbitro: Antonino Costanza di Agrigento (Lorenzo Poma di Trapani e Marco Belsanti di Bari; quarto ufficiale: Mario Perri di Roma 1)
Reti: 3’s.t. Calcagni, 25’s.t. D’Angelo, 43’s.t. Moretti (rig.), 48’s.t. Alberti
Note: osservato un minuto di raccoglimento in ricordo del dott. Mario Capriotti. Ammoniti: 30’ Magri, 31’ Leonetti, 44’ Tofanari, 16’s.t. Rossi, 22’s.t. Cristini, 26’s.t. Moretti, 28’s.t. Angiulli. Espulso al 34’ Goicoechea. Angoli: 2-1. Recupero 0’pt, 3’ st.
Finisce con le lacrime di Fazzi. Finisce con Angiulli seduto da solo in mezzo al campo. A consolarli, avversari e compagni. Probabilmente ci credevano. Soprattutto, ci tenevano. Sognavano la favola, quella della squadra che va avanti seppur fallita. Ma le favole non abitano qua, non sono mai a sfondo rossoblù. A Matelica, la Samb di Montero perde ed esce dai playoff al primo turno. Forse è stato giusto così per quello che i maceratesi hanno fatto vedere nel corso della stagione. E sembrerebbe giusto anche a guardare il risultato, un tre a uno che nei tabellini, se scorsi rapidamente, non ammette repliche. Ma poi c’è l’immaginario dei tifosi e dei calciatori, che sognavano il bel racconto, di quelli che si tramandano (sarebbe stato bello, finalmente, affiancare qualcun altro a Damian Macaluso, eroe della salvezza del 2006). E soprattutto c’è il campo. E il campo ha detto che la Samb non meritava di perdere, certamente non con un rigore totalmente inventato da Antonino Costanza. Non che i rossoblù, a Macerata, avessero fatto stravedere fino a quell’episodio, ma almeno la gara era assolutamente aperta e c’erano alcuni minuti da giocare per tentare la vittoria. D’altronde, alla Samb non sarebbe bastato il pareggio per passare il turno, ci volevano i tre punti, e una speranza doveva essere lasciata ai rossoblù. Però, Costanza ha visto una mano in area, laddove invece c’era solo il petto di D’Angelo. Così s’è spento il sogno, e da oggi si tornerà a parlare solo e soltanto di società, cordate, tribunali.
Ci saranno numeri, non moduli. All’Helvia Recina, Montero è sceso in campo col 4-3-3, come Colavitto, e le squadre si sono annullate per un tempo intero. Certo, molto meglio la Samb nei primi quarantacinque minuti: il Matelica sembrava imballato, incapace di imbastire una manovra sensata. In compenso, i biancorossi erano schierati con la solita sapienza, e difensivamente non hanno concesso praticamente nulla. Solo Botta ci ha provato, un po’ con il dribbling e un po’ col tiro da fuori. Tre conclusioni dell’argentino, tutte fuori misura, ma una particolarmente pericolosa (37’). La gara si è accesa davvero solo nel secondo tempo, quando Calcagni ha gelato tutti con un gran destro al volo dal limite: Nobile non ha potuto nulla. Il vantaggio del Matelica ha svegliato la Samb, con Montero che ha inserito tutte le punte che aveva. Il gol del pari, però, è arrivato da un centrocampista: D’Angelo, dentro per Rossi, ha colpito di destro da fuori, insaccando nel sette (25’s.t.). A questo punto, la Samb ci ha creduto, ha sfiorato il gol con Cristini e ha concluso fuori con Bacio, ma allo scadere, con la Samb in dieci per l’espulsione di Goicoechea, ecco il rigore concesso da Costanza e trasformato da Moretti (43’s.t.), poi raddoppiato da Alberti (48’s.t.). È finita così, come finisce tutto da queste parti. Nel silenzio e tra le lacrime. O con una sentenza di tribunale.
Pierluigi Capriotti