Porto Potenza Picena (Macerata), 31 gennaio 2012 - «SIAMO TORNATI da Sandro e per dirgli che era andato tutto bene. Lui ci ha offerto un bicchiere di vino e abbiamo bevuto insieme». Un brindisi al termine del massacro, per celebrare un piano perfettamente riuscito. E’ uno dei tanti particolari terrificanti che emerge dalle confessioni delle quattro persone fermate per l’omicidio di Andreea Christina Marin. Confessioni in parte discordanti, ma che dipingono un quadro agghiacciante. Sandro Carelli, il mandante, scoppia quasi a piangere di fronte ai carabinieri: «Volevo soltanto metterle paura — dice — perché la smettesse con le continue richieste di soldi. E ci avevo anche ripensato». Ma gli altri racconti lo inchiodano: «Andreea chiedeva a Sandro, con la scusa dei rapporti sessuali, 500 o 700 euro alla volta, lui era innamorato perso».

MA L’UOMO si era stancato, soprattutto dopo essersi convinto che la ballerina avesse rubato in casa sua a dicembre. «Per questo aveva deciso di fargliela pagare». Dalle confessioni emerge che Carelli, a fine 2011, contatta Sebastian Capparucci per farla uccidere, ricevendo però un rifiuto. Ma è lo stesso Sebastian, pochi giorni dopo, a rivelare la proposta a Giarmanà, il quale incontra Carelli: «Mi ha detto — racconta ai carabinieri — che se l’avessimo uccisa ci avrebbe dato 1.500 euro». A metà gennaio la svolta: i giovani decidono di agire. Martedì, Carelli va al night di Porto Recanati con Giarmanà e Capparucci per far vedere loro qual è la ragazza da colpire. E decidono di entrare in azione la notte di giovedì 26. Prima si ritrovano a cena ed è qui che compare anche il figlio di Carelli, Valentino. «Eravamo a tavola, mancava solo Sebastian — raccontano — che era a casa sua. Sandro lo ha chiamato dicendogli che lo aspettavamo». Dopo aver definito tutto, Carelli senior va al night: «Sì — ammette lui — ci sono stato ma ho incontrato un’altra ragazza». «E’ andato per controllare che Andreea fosse a lavoro», specificano gli altri.
 

STA DI FATTO che Carelli torna e comunica al figlio e ai due amici che la ragazza rientrerà a casa, nel residence Lido Bello, verso le 4. «Ci siamo ritrovati tutti e tre davanti al condominio, abbiamo forzato il portone e siamo entrati». Carelli junior si nasconde nella stanza dei contatori, Capparucci mette fuori uso le luci davanti all’ascensore, Giarmanà raccoglie un bastone per colpire la ragazza. «Dopo qualche minuto Andreea è arrivata, si è accorta della nostra presenza e ha chiamato l’ascensore».

SECONDO una versione, è Giarmanà che incita Capparucci a colpire, ma lui esita. Ma l’aggressione scatta, con un violento colpo alla testa: «Andreea nel frattempo era salita in ascensore: ha urlato ed è caduta a terra». A quel punto Giarmanà cerca di metterle il sacchetto in testa per soffocarla, ma non ci riesce. Allora salgono tutti in ascensore ma lo bloccano prima del 12° piano, dove abita la ragazza, e riscendono. «Nella discesa — proseguono — Sebastian ha colpito ancora la ragazza. Una volta al piano terra l’ha sollevata e portata fino alla spiaggia. E lì abbiamo infierito nuovamente su di lei».

Giarmanà trova anche una spranga con cui colpisce ripetutamente Andreea. «L’abbiamo sentita ancora respirare e non ci siamo fermati». Così la colpiscono ancora con la spranga perché il bastone nel frattempo si è rotto, finché non capiscono che la ragazza è morta. Le portano via la borsetta, Giarmanà butta la spranga in mare, poi tutti insieme se ne vanno e gettano in un tombino un orecchino, un rossetto e altri oggetti della ballerina. Infine vanno a casa di Carelli senior, gli mostrano la borsetta e lui, secondo una delle versioni, domanda loro se sono riusciti a portare via dall’appartamento di Andreea gli slip, alcuni vestiti sexy e due anelli, come aveva chiesto. «No — rispondono— troppo rischioso». Poi il bicchiere di vino e il finale: «Con Sandro siamo tornati sul luogo del delitto: voleva vedere il corpo».