Macerata, 12 febbraio 2020 - "Un movimento democratico, fatto da cittadini, associazioni, reti, comunità e liste civiche comunali, soggetti al servizio del progetto di fare delle Marche una regione abitabile volentieri e con dignità. Una regione dove nessuno viene abbandonato e dove il futuro non viene lasciato agli interessi di pochi".
Mentre il centrosinistra si arrovella intorno al nome di Luca Ceriscioli e nel centrodestra il candidato Francesco Acquaroli (Fratelli d’Italia) è ancora in attesa del via libera dagli alleati della Lega, la prima formazione a mettere sul piatto un nome certo e un progetto politico è "Dipende da noi". Una movimento che ha cominciato a lavorare in autunno e ora ha deciso di puntare sul maceratese Roberto Mancini, 61 anni, professore ordinario di filosofia teoretica all’Università di Macerata, come volto di questo progetto di rinnovamento.
"Già dalle prime riunioni si sono ritrovate attorno a questo progetto personalità del mondo della cooperazione, dell’accoglienza ai migranti, del mondo della scuola e dell’insegnamento – spiega Mancini –. Nelle Marche c’è una grande ricchezza di esperienze, che poi si scontrano con una strozzatura del mondo politico, per cui si respira un divario profondo tra la politica istituzionale e di gestione della Regione e le esigenze concrete dei cittadini. Due i casi che potremmo portare come esempio: l’abbandono delle popolazioni terremotate, per cui servirebbe una revisione del piano di interventi per la ricostruzione concordato con i residenti e gli amministratori locali; e un sistema sanitario che garantisca a chiunque il diritto alla salute, tagliando gli sprechi, ma non i presìdi sui territori".
Già dal nome il movimento "Dipende da noi" mette in primo piano "la responsabilità di ognuno. Non si può più continuare a delegare o subire – precisa –, è il momento di mettere al primo posto il rinnovamento, scalzando una politica che pensa solo ai propri interessi".
Insieme al professor Mancini, scorrendo i firmatari del progetto, anche diversi volti noti, come il comico fermano, Giorgio Montanini; i fumettisti di Grottammare Maicol & Mirco; il coordinatore del progetto Siproimi (ex Sprar) di Fermo, Alessandro Fulimeni, e il sindacalista Giuseppe Ciarrocchi, ex segretario regionale della Fiom.
Tra le priorità che saranno inserite nel progetto: un sistema di servizi sociali attento alle diverse tipologie di fragilità, una rivoluzione metodologica che coinvolga i soggetti economici nelle Marche per un’economia che valorizzi le risorse produttive, artistiche e ambientali, che difenda posti e qualità del lavoro generando nuove opportunità occupazionali, che trovi maggiore forza nella salvaguardia della natura, a partire dallo sviluppo della bioagricoltura e dalla tutela del paesaggio, un piano di inclusione democratica per i migranti e un sistema di riorganizzazione dei trasporti, della gestione pubblica dell’acqua e dei servizi pubblici locali.
"Stiamo lavorando a un programma partecipato che riparta dalla Costituzione, in particolare dell’articolo 3, per cui tutti i cittadini hanno pari dignità – precisa Mancini –. Per questo prima puntiamo a un’alleanza con i marchigiani, piuttosto che con la politica. Per ora ci presentiamo da soli poi, dopo le elezioni, visto che c’è un sistema proporzionale, valuteremo eventuali alleanze". L’alveo di riferimento resta quello della sinistra "ma di una sinistra etica, seria, aperta, non di quella che dimentica se stessa come ha fatto il Pd – conclude il candidato –. Non vogliamo solo mettere un freno alla destra, ma dare una risposta ai moltissimi cittadini, che non si riconoscono nei partiti della giunta regionale uscente e sarebbero tentati di non andare a votare. Noi offriamo loro una scelta concreta, utile per dare alle Marche un governo illuminato e il metodo di una politica che cammina con le persone".