LUCIA GENTILI
Economia

L’Ue vuole vietare le insalate in busta: "Idea sbagliata, crea solo danni"

Ipotizzato lo stop anche ai cestini di fragole. Fucili della Coldiretti: "Vogliono colpire il made in Italy"

Macerata, 13 maggio 2023 – La proposta di regolamento sugli imballaggi presentata dall’Unione Europea, che imporrebbe l’addio alle confezioni di frutta e verdura di peso inferiore a 1,5 chilogrammi, non piace né a Coldiretti né ai produttori.

Il nuovo regolamento farebbe dire addio a insalata in busta, cestini di fragole, confezioni di pomodori, arance e patate in rete, ma anche alle bottiglie magnum di vino.

Produttori agricoli contrari alle proposte della Comunità Europea che vuole vietare i piccoli imballaggi di insalata, patate, fragole e pomodori
Produttori agricoli contrari alle proposte della Comunità Europea che vuole vietare i piccoli imballaggi di insalata, patate, fragole e pomodori

"Sarebbero penalizzati i due settori, agroalimentare e vitivinicolo, più esportati del made in Italy. Non siamo contrari alla diminuzione degli imballaggi, della plastica e del vetro – spiega il presidente Coldiretti Macerata, Francesco Fucili -. Ma allo stesso tempo siamo per la tutela delle produzioni, che punta alla qualità e alla riduzione dello spreco. Perché se è vero che la plastica inquina, è altrettanto vero che non permettere più alle famiglie di utilizzare le confezioni monouso per frutta e verdura (sempre più richieste), o comunque quelle piccole, comporterebbe uno spreco alimentare.

Tra l’altro, il numero medio di componenti per nucleo continua a scendere. E non si può pensare di far acquistare prodotti pronti, lavati e tagliati, in confezioni minime di un chilo e mezzo. Altrimenti si rischia un calo nei consumi di ortofrutta, importanti per la salute.

Sul fronte vino, vietare le magnum è altrettanto negativo perché ci sono occasioni particolari in cui un prodotto importante in questo formato ha un suo valore e un suo mercato. Il regolamento andrebbe a danneggiare le cantine".

"La proposta Ue sinceramente non ha senso", interviene Paolo Froccani, titolare di un’azienda agricola a Morrovalle con punto vendita a Trodica, dove prepara ad esempio macedonie, minestroni, insalata, misticanza, crauti e zucchine in busta.

"La plastica potrebbe essere riciclabile al 100% - prosegue –. Perché allora non potenziare la raccolta differenziata? Materiali alternativi, come vaschette compostabili, avrebbero poi un costo maggiore anche sul consumatore finale. Con la confezione attuale ci sentiamo sicuri anche per una questione di igiene. Il cliente poi acquista quello che consuma, riducendo lo spreco alimentare".

"Una famiglia media – dice l’imprenditore Gianmario Menatta della società agricola Menatta, sempre a Morrovalle – conta quattro persone e, al massimo, consuma tre etti di insalata a pasto. Ora dobbiamo decidere se buttare via il cibo o la plastica. Già su una vaschetta di fragole da mezzo chilo rischiamo che quelle che si trovano sotto si ammaccano. Figurarsi su una confezione da un chilo e mezzo! O l’Europa preferisce i prodotti che durano giorni e giorni senza sapere con quali prodotti siano stati trattati? È una proposta fuori dalla realtà".

Scende in campo anche il deputato della Lega Mirco Carloni, presidente della commissione Agricoltura alla Camera: "Non c’è alcuna necessità di questo intervento legislativo. Tra l’altro l’Italia, che è sempre al primo posto per il riciclo registrando i tassi più alti dell’Ue, oggi vedrebbe mortificata questa competenza a favore del riuso che invece danneggia la propria economia, pensiamo al vino e alle bottiglie. La Lega sarà in prima linea per bloccare questa follia".