Macerata, 25 ottobre 2023 – Che cosa mi porta all’età di 82 anni alzarmi al mattino e andare ad aprire per primo l’azienda? Il senso di responsabilità nei confronti dei dipendenti, molti dei quali sono con me da 15/20 anni".
Bruno Frenquelli è il fondatore della Frenexport, azienda per il commercio estero in ambito musicale nata nel 1976 e che oggi, grazie anche all’impegno dei suoi figli Romano e Daniele, opera nella zona industriale di Porto Recanati su un fabbricato di circa diecimila metri quadrati, con un organico di una ventina di dipendenti, oltre a diversi rappresentanti.
"Mediamente apro l’azienda tutte le mattine verso le 7.15: appena arrivo controllo i computer e valuto gli ordini, gli arrivi e i pagamenti urgenti da fare. Per quando arrivano i dipendenti, verso le 8.30, le urgenze sono già sulle loro scrivanie e hanno il lavoro pronto. Verso le 11 esco e faccio il giro delle banche, vado dal commercialista, insomma quello che c’è da fare fuori dell’azienda. Dopo aver mangiato a casa con mia moglie e i figli, verso le 14 riparto e sto in azienda sino alla sera".
Un tran tran che non gli pesa affatto perché – dice – "l’azienda è parte integrante della mia vita anche perché ci lavorano i miei due figli. Sono 50 anni che l’ho fondata e tutta la mia vita si è svolta qui dentro. Sento la stanchezza fisica, ma non quella mentale: il mio cervello oggi è più vivo di quando avevo trent’anni. Fino a pochi anni fa, quando rientravo a casa avevo ancora la forza di dedicarmi ai miei hobby, ma ora non ce la faccio".
Rispetto al passato, oggi com’è cambiato il mondo del lavoro? "È un momento di grande concorrenza e c’è da lottare. L’import oggi è soprattutto da Cina, Germania e Inghilterra, perché la crisi degli strumenti musicali ha reso l’Italia meno competitiva. La vecchia generazione è partita da sotto zero ed è abituata a fare sacrifici. I giovani di oggi una parte sono bravissimi, s’impegnano e hanno grande senso del dovere, una parte invece no. Da ragazzo mi sono sempre riproposto di non essere disoccupato un giorno: io ho sempre lavorato e mentre lavoravo mi guardavo intorno, cercavo e se trovavo qualcosa di meglio andavo lì e poi continuavo a guardarmi intorno, non rimanevo seduto sul sofà a guardare la tv. Quand’ero in Germania lavoravo in un’azienda metallurgica e con un macchinario spezzavo le lame d’acciaio: un lavoro talmente pesante e ingrato che ci sono stato solo venti giorni. Una mattina, davanti a quella macchina ho pianto perché non ne potevo più. Però, finché non ho trovato qualcos’altro non mi sono mosso da lì".
Frenquelli a Recanati, dove vive da molti anni insieme alla moglie Rita, è conosciuto anche per il suo impegno politico che lo ha visto, per circa 25 anni, impegnato in politica come consigliere comunale del Msi prima e poi di Alleanza Nazionale. "A casa mia di destra non è stato mai nessuno: mio padre era molto religioso e votava Dc. A me è sempre piaciuto leggere, in particolare la storia e ho sempre apprezzato chi ha degli ideali e lotta per questi. Non sono stato favorito dalla politica a cui non ho mai chiesto niente, ho sempre lavorato onestamente, vivo del mio lavoro e quel poco che ho l’ho realizzato grazie al mio impegno e di questo sono orgoglioso".
L’ultima annotazione sulla vita di Bruno Frenquelli, che ha girato in lungo e largo l’Italia, la Germania e l’Inghilterra facendo i lavori più strani: quando negli anni ’70 tornò in Italia fu un’inserzione di lavoro pubblicata sul Resto del Carlino a dare una svolta alla sua vita: era l’azienda recanatese Elgam che cercava qualcuno che sapesse parlare bene inglese e tedesco. "Ci presentammo in oltre 40 candidati, ma io ero l’unico che parlava correttamente entrambe le lingue e mi assunsero. Rimasi con loro sei anni e nel frattempo avevo maturato l’esperienza necessaria per creare la mia azienda. Cosa che feci, appunto, nel 1976 in un ufficetto in via Sorgoni a Recanati. Poi piano piano è arrivata la Frenexport di oggi".