Macerata, 1 maggio 2024 – “Gli infortuni sono in aumento, le malattie professionali hanno avuto una crescita addirittura esponenziale. Ma gli investimenti sul lungo periodo dovrebbero dare risultati confortanti, grazie anche a un cambiamento di mentalità che si registra sul territorio". La dottoressa Lucia Isolani, responsabile del Servizio prevenzione e sicurezza negli ambienti di lavoro dell’Ast, è in prima linea quando si parla delle tutele per i lavoratori.
"Gli infortuni – precisa – hanno un incidenza elevata nel settore delle costruzioni, dell’agricoltura e della meccanica. Per le malattie professionali purtroppo, che riguardano gli stessi settori, rileviamo un numero spropositato di patologie muscolo scheletriche: ogni anno aumentano del 10 per cento. Ricalchiamo quello che accade a livello nazionale, con l’aggiunta dei cantieri della ricostruzione post sisma e il fiorire di imprese edili. L’infortunio si vede nell’immediatezza, e quello che si mette in atto oggi dal punto di vista della prevenzione dà risultati subito. Invece le malattie professionali hanno tempi di latenza molto lunghi, e richiedono investimenti di lungo periodo. Oggi raccogliamo i cocci rotti tempo fa".
Quali sono queste malattie professionali?
"Mal di schiena, tendiniti, problemi alle spalle, alle braccia, alle ginocchia, alle caviglie. Problemi comuni nella popolazione, ma se iniziano a 40 anni e hanno un’incidenza elevata non va bene, anche perché il lavoratore non può più essere impiegato. Se ci sono troppi casi di persone con malattie lavoro correlate, le aziende sono costrette a riorganizzarsi. Ecco perché la novità della robotica e degli esoscheletri è molto interessante: consente di lavorare a persone che altrimenti sarebbero fuori dal mercato del lavoro, rendendole attive e capaci".
Secondo i dati dell’Inail, le denunce di infortunio nei primi due mesi del 2024 sono state 2.487, erano state 2.434 nello stesso periodo del 2023, e dai controlli fatti nel 2023 l’85,5 per cento dei cantieri è risultato irregolare, contro la media nazionale del 65 per cento. Cosa si sta facendo per invertire la rotta?
"Si sta investendo molto in sicurezza e salute. Contro gli infortuni stiamo aumentando i controlli e facciamo assistenza alle aziende, per recuperare discorsi interrotti o sospesi con il Covid. Le aziende devono recuperare, e la velocità va a scapito delle precauzioni. Tutti contribuiscono all’infortunio, non solo il datore di lavoro. Per quanto riguarda le malattie professionali, ci vuole attenzione alla prevenzione, si devono avviare nelle aziende discorsi più ampi sull’abuso di alcol e stupefacenti, sulle abitudini alimentari. Si devono mettere i lavoratori in grado di stare bene ed evitare queste patologie, che costano soldi, richiedono farmaci e fisioterapie. C’è un lavoro di cesello che cerchiamo di fare con le aziende, i sindacati, le associazioni di categoria. Abbiamo messo insieme una serie di alleanze, i controlli da soli non bastano. È inutile poi imporre procedure virtuose ma irrealizzabili, è meglio puntare su sistemi realistici, lavorando in maniera sartoriale per far diventare le aziende modelli".
Un lavoro simile richiede condivisione, il territorio risponde?
"Ci vuole tempo, ma vedo la volontà di tutti di collaborare. I numeri di nuovi casi del resto sono impressionanti. Macerata pesa per un terzo sulle malattie professionali delle Marche, e le Marche rappresentano il 9,7 per cento dei casi nazionali, secondo i dati Inail 2022. Un quadro allucinante, dovuto forse al mancato investimento fatto in passato, all’invecchiamento della popolazione, e anche al fatto che si regge sempre meno il peso del lavoro. Comunque qui qualcosa non va. Non a caso io sono referente regionale di un progetto cui l’Ast di Macerata è capofila per valutare queste patologie e pensare al futuro".
In che modo?
"Abbiamo messo in campo buoni prototipi strategici, lavoriamo sulla riduzione dei rischi e sui lavoratori. Ci vuole tempo però e servono operatori. Cerchiamo di mettere a frutto le sinergie, ad esempio per il grande cantiere di via Pantaleoni la polizia municipale collabora con l’Ispettorato del lavoro e le imprese coinvolte. Il commissario straordinario alla ricostruzione è molto attento a questi temi. Anche la direzione dell’Ast ha una sensibilità nuova e si vede già, ma mi auguro si vedrà ancora meglio in futuro".
Un capitolo a sé meritano i cantieri della ricostruzione.
"Legalità e salute e sicurezza vanno a braccetto. Con tanti cantieri, non sempre le aziende sono le migliori possibili. E spesso i controlli portano a multe, sequestri e anche chiusure dei cantieri. L’attenzione è altissima da parte di tutti, ma in questo settore non si può mai abbassare la guardia. Il cantiere è un luogo di lavoro molto complesso, dove spesso lavorano insieme ditte diverse che possono causarsi problemi a vicenda. La fretta è una nemica della sicurezza, e con gli incentivi i tempi sono importanti, tanto che vediamo operai al lavoro sabato e domenica. Qui le cautele non sono mai troppe".