Macerata, 25 giugno 2023 - “Non facciamo viaggi, non andiamo quasi mai a cena fuori. La nostra è una vita di sacrifici, nonostante io abbia iniziato a lavorare a 15 anni. Ora ne ho 71 e dopo aver trascorso qualche anno in pensione sono stato costretto a tornare a lavorare, i soldi non bastavano".
Sandro Pirro, di Monte San Giusto, taglia le fodere delle scarpe, lo fa da sempre: rigorosamente in piedi, ogni giorno alle prese con la pressa, scansa quello che resta, riposiziona, taglia di nuovo. E così daccapo. È un lavoro che conosce a memoria perché l’ha fatto per 48 anni: poi, finalmente, il traguardo della pensione: "Mi sono detto che me la sarei goduta, che avrei potuto togliermi qualche soddisfazione o perlomeno riposarmi. Non è stato così".
Iscritto da sempre alla Cna, prima in presidenza provinciale, poi regionale e poi per 20 anni parte della cooperativa di garanzia per i prestiti agli artigiani, ha iniziato a lavorare come apprendista a 15 anni in un calzaturificio di Monte San Giusto, poi si è messo per conto suo, con la Tagliatura Selene garantiva il taglio di tre o quattromila fodere, a seconda di quanto richiesto, poi le riconsegnava alle grandi aziende. Ha smesso nel 2010 e chiuso l’attività, "ma dopo pochi anni in pensione, ho dovuto ricominciare a lavorare. Nonostante nel lunghissimo periodo in cui ho lavorato, per conto terzi, versavo contributi sostanziosi, mi sono presto reso conto che i soldi non bastavano".
"Io – prosegue – percepivo quasi mille euro, mia moglie prende una pensione minima, di 560 euro, ma abbiamo due figlie e tre nipotini e ogni tanto diamo loro una mano. E ora sono assunto part-time, faccio mezza giornata in un’azienda. Per fortuna il fisico ancora mi assiste. Ho iniziato a lavorare presto anche perché sono rimasto orfano di padre da piccolo, ho sempre fatto questo lavoro. Un lavoro che oggi non vuole e non sa fare più nessuno".
I soldi vanno via con niente, fa notare Pirro: "Quello che fa più rabbia è vedere che siamo stritolati dal sistema, da una speculazione su energia, benzina, riscaldamento, tutto è aumentato, anche se si sta attenti è un disastro. E non è colpa della guerra e di tutto quello che ci hanno raccontato, la speculazione del gas transita per l’Olanda".
Per fortuna "abbiamo una casa di proprietà, ma, mentre due o tre anni fa dopo l’inverno spendevamo 600 o 800 euro di riscaldamento, quest’anno siamo arrivati quasi a 1.200. E poi, oltre alle trattenute che pago sulla pensione (250-300 euro) al mese, ora lavorando faccio la dichiarazione dei redditi e non nascondo che quando devo pagare vado in difficoltà. Non facciamo di certo una vita di lusso, ho la fortuna di non avere un vizio se non quello di leggere, quindi al massimo acquisto dei libri. Ma non facciamo viaggi, non andiamo a cena fuori quasi mai. Nei mesi invernali soffriamo, con 1.500 euro in due".
Poi c’è l’aumento del costo dei generi alimentari: "Per fare la spesa spendiamo il 30 se non il 40 per cento in più – dice Pirro –, non si riesce più a stare dietro a tutto. Non possiamo toglierci una soddisfazione, si vive nella paura che i soldi non basteranno. L’unico modo è aumentare le pensioni, già sarebbe qualcosa se mia moglie prendesse 100 euro in più al mese, bisogna dare alla gente la capacità di spendere altrimenti non se ne uscirà". In tutto questo, "nessuno si preoccupa dell’intelligenza artificiale, la robotica toglie in continuazione posti di lavoro. Ogni tanto, mi intristisco pensando al mondo che stiamo lasciando ai nostri nipoti. Un mondo inquinato, pieno di speculazione e dove il lavoro non vale più niente".
c. g.