"Noi di Coldiretti restiamo sui territori, continuiamo a lavorare per essi e a incontrare le aziende per ascoltare necessità e difficoltà". Così Francesco Fucili, presidente di Coldiretti Macerata, che fa il punto sui bisogni del settore agricolo e sul lavoro che, in maniera più silenziosa, sta facendo per ottenere risultati per aiutare gli imprenditori. Un lavoro di ascolto e di dialogo con la Regione e con il Governo, mentre da settimane dilaga la protesta senza sigle dei trattori.
"Sono stati gli agricoltori indipendenti che hanno deciso di sposare la protesta partita dal nord Europa a non volere bandiere di partito o associazioni al loro fianco. Per questo Coldiretti non ha aderito alla protesta dei trattori – spiega Fucili –. Protesta che è nata in Olanda, Germania e Francia dove i governi hanno applicato politiche scellerate verso il settore agricolo. Hanno tagliato risorse per circa tre miliardi di euro a un settore già provato dall’aumento dei costi causato dalla guerra in Ucraina e dai blocchi navali del nord Africa. In Italia la condizione è molto diversa, abbiamo delle difficoltà e il Governo non ha fatto tagli. L’unica voce che era in discussione era il taglio dell’Irpef, che tra l’altro è stato corretto dal Governo e ripristinato". Il problema più grande per gli agricoltori è quello del mercato, con minori ricavi a fronte di maggiori costi di produzione e l’inflazione che riduce il potere di acquisto degli italiani. Ma Coldiretti – rivendica Fucili – ha già ottenuto diversi importanti risultati che vanno dal ripristino dell’esenzione Irpef agli aiuti per le filiere in crisi fino alla moratoria sui debiti. "Nel Maceratese mancano ad esempio strutture per la macellazione e ci stiamo impegnando con la Regione per risolvere il problema. Abbiamo fatto una petizione contro la produzione e commercializzazione delle farine con insetti e carni sintetiche grazie alla quale è nata la legge del Governo che le vieta in Italia. Abbiamo ottenuto il ritiro del regolamento sugli agrofarmaci che prevedeva il dimezzamento dei prodotti fitosanitari. Parlando con gli imprenditori – prosegue Fucili –, sono emerse difficoltà di ordine burocratico per gli allevatori di suini per contrastare la peste suina e, al contempo, c’è lo Stato che non interviene affatto per ridurre la pressione dei cinghiali che sono il vettore della malattia. Difficoltà serie anche nell’accesso alle risorse del Piano sviluppo rurale che consentono alle aziende di essere al passo anche con le politiche green che ci impone l’Europa. Si fa sempre più difficoltà a portare a casa le risorse".
E, fra le tante necessità, anche quella che l’Ue si assicuri che nel territorio europeo valga il principio di reciprocità: "Tutti i prodotti che entrano in Europa devono rispettare gli stessi standard dal punto di vista ambientale, sanitario e delle norme sul lavoro previsti nel mercato interno. Basta concorrenza sleale. Vorremmo che venga compreso che noi agricoltori siamo i primi a volere il benessere della terra e non a caso l’Italia è lo Stato membro in Europa dove l’agricoltura ha un impatto minore sull’inquinamento ambientale rispetto agli altri".