CHIARA GABRIELLI
Economia

Il bar Ezio di Macerata finisce in vendita: “Qui non c’è movimento”

Via Garibaldi, Taccari getta la spugna: tutte le iniziative in piazza e dintorni. "A Civitanova invece è diverso, si respira un’altra aria: nei locali c’è la fila"

Bar Ezio in vendita, il titolare Ezio Taccari: "Qui non c'è più movimento"

Macerata, 14 settembre 2023 – Il bar Ezio è in vendita. "Non ne vale più la pena, sono stanco. È cambiato tutto, i locali come il mio non funzionano più. E poi in questa parte del centro non c’è movimento. Con quello che guadagniamo ora ci campa una famiglia sola. Non ha più senso andare avanti. È un grande dispiacere, ma devo lasciar perdere".

Getta la spugna Ezio Taccari, titolare dello storico bar in via Garibaldi: da dietro il bancone, che è lo stesso di sempre, racconta con amarezza una vita, ben 26 anni, passata a servire i clienti e spiega le ragioni che lo hanno portato a prendere una decisione tanto dolorosa.

"Ho pubblicato sui social un post, l’attività è in vendita per 80mila euro, devo dire che non mi aspettavo una così grande risonanza. Una volta che l’operazione sarà andata in porto, cercherò lavoro come barista dipendente, ho sempre fatto questo mestiere nella vita e altro non saprei fare. È da un po’ che penso di vendere, purtroppo non vedo soluzioni diverse. Quel poco di movimento che c’è, si concentra sopra (piazza della Libertà e dintorni), difficile che qui arrivi qualcosa, sono anni che chiediamo di organizzare più iniziative in questa parte del centro, ma niente. C’erano eventi che funzionavano tanto bene, come ad esempio il Primo Maggio o la Notte dell’opera com’era strutturata in passato, perché non sono state portate avanti? Ormai, in via Garibaldi passano in pochi, quelli che vanno a Musicultura o all’opera poi non arrivano fino qui. E poi non si può fare niente, ci mettono paletti per tutto, è diventato complicato anche solo organizzare una piccola iniziativa.

Quest’estate sono stato parecchio a Civitanova ed è tutta un’altra cosa, si respira un’altra aria, nei locali c’è la fila". In prima battuta aveva pensato di potenziare l’offerta del bar. "Avevo in mente di puntare sulla cucina, se non ci si specializza in qualcosa si è destinati a chiudere, ma poi mi sono detto che il mio bar sarebbe diventato l’ennesimo locale in cui si va a mangiare, il centro ne è già pieno. I posti come il mio non vanno più, una volta si andava al bar per una partita a carte o per fare due chiacchiere, tanto sapevi che a quell’ora avresti incontrato i soliti amici. Il bar era un punto di incontro. Ora invece si va solo per fare pranzo o un aperitivo".

I clienti, la maggior parte affezionati del posto, gli chiedono meravigliati se è vero che se ne va: "Mi dispiace veramente tanto, amo questo lavoro ma se non lavoro mi annoio e, soprattutto, non guadagno a sufficienza. Con quello che incassiamo oggi può vivere una famiglia al massimo, invece oltre alla mia c’è anche quella di mio fratello, oltre a mia madre. Non ha più senso continuare così".