LORENZO MONACHESI
Cultura e spettacoli

La stilista Cottone: “Da Morandi alla Renault. Così le mie creazioni fanno il giro del mondo”

La storia della 33enne fashion designer e imprenditrice di Camerino. “Dopo la maturità scientifica ho capito che la moda era la mia strada. Abiti per i protagonisti di Sanremo. Ho venditori a New York e Seoul”

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Francesca Cottone, stilista 33enne di Camerino

Macerata, 24 novembre 2024 – “Ho fatto gol con la giacca rosa indossata da Gianni Morandi sul set per il video L’Allegria”. La fashion designer e imprenditrice camerte Francesca Cottone, 33 anni, individua uno dei momenti, e ce ne sono stati anche altri, che danno una carica immensa per chi intraprende un’attività e si mette in gioco. “Mi chiama lo stylist di Morandi – ricorda – perché voleva che interpretassi lo spirito dell’artista e la sua personalità. Ho fatto la proposta e lui l’ha accolta benissimo. Sono poi stata sul set dove hanno girato il video e lì ho conosciuto Valentino Rossi e Jovanotti”.

Cottone, lavorare nel mondo della moda è stato un sogno cullato da tempo o si è sviluppato strada facendo?

“Dopo la maturità scientifica ho capito che il mio mondo era dove avrei potuto dare sfogo alla mia creatività e i genitori, vedendo la determinazione, hanno supportato la mia scelta di trasferirmi a Milano per frequentare l’Istituto Marangoni”.

Subito dopo la laurea ha deciso di intraprendere un cammino autonomo?

“Ho fatto la gavetta lavorando come stilista junior in case di moda”.

Quanto è stato significativo dieci anni fa, quando era una studentessa all’istituto di moda Marangoni, essere stata scelta dalla Renault per degli outfit da utilizzare in alcuni spot?

“È stato il primo gradino, il primo tassello della carriera e del percorso. Era una competizione con 20 studenti, la casa automobilistica doveva scegliere il prodotto più affine alle sue esigenze. Aver scelto il mio è come quando ricevi una pacca sulla spalla, come per dire: “Hai fatto il percorso giusto, esprimi ciò che pensi, la tua creatività”. Magari ci sarà qualcuno che non lo apprezzerà, ma fa parte del gioco, del resto non si può piacere a tutti, ma a qualcuno”.

Nel 2019 ha un suo marchio, qual è stata la difficoltà di portarlo avanti e farlo crescere?

“Ho fatto questo passo con cognizione, prima di compierlo ho studiato, ho capito cosa avrei voluto fare. Non volevo essere una meteora e per riuscirci avrei dovuto fare un passo per volta”.

Cosa intende quando dice ho capito cosa avrei voluto fare?

“Volevo essere una riconoscibile. Di stilisti ne vengono sfornati una marea e non volevo essere una su un miliardo. Mi sono chiesta cosa avevo da dire, quale poteva essere il mio valore aggiunto rispetto ad altri”.

Qual è stata la difficoltà di portare avanti il marchio e farlo crescere?

“Serve coraggio, ho iniziato dopo la pandemia quando tutti facevano fatica. Ogni giorno è un pensiero perché sono soldi persi quando si commette un errore. Occorre fare scelte ponderate, magari meglio impiegare più tempo per avere basi ancora più solide e farsi meno male qualora dovessi sbagliare”.

Cosa l’ha spinta a tornare nelle Marche per avviare un’attività imprenditoriale?

“Una serie di cause. Una questione economica, perché è più semplice affrontare certe spese nella prima fase; un’altra motivazione è data dal desiderio di aiutare il territorio colpito dal terremoto ma così ricco. Ho portato nella mia terra quanto appreso all’università e poi nel mondo del lavoro”.

Lei è quindi tornata a vivere nella sua Camerino?

“Nel 2016 ho perso la casa per il terremoto, ora vivo a Fabriano mentre ho lo studio a Matelica”.

A Milano quale sensazione ha provato quando all’Accademia del lusso il suo marchio era al fianco di Prada, Ferragamo, Louis Vuitton, Michael Kors e altri ancora?

“Ho scattato una foto e l’ho inviata ai miei. Come per dire “wow”. È stata una gratificazione e una botta di autostima gigante, vuol dire che il mio lavoro è riconosciuto”.

Cosa le ha lasciato la recente sfilata a Seoul dove ha presentato la sua collezione?

“Un senso di gratitudine. È stato un vortice di emozioni. Tornerò a febbraio”.

Lei ha presentato i suoi abiti a New York, Parigi, Roma, Milano e Seoul: come vive la vigilia di questi appuntamenti?

“Con pianti e ansia, ma anche con adrenalina, con la paura di non essere capita, ho in me come un fuoco che mi spinge a dare il meglio. Il giorno dopo mi chiedo anche se avrei potuto fare meglio”.

Qual è il suo sogno?

“Avere una rete vendita che tocchi le più grandi città, le capitali della moda. Mi sto impegnando sotto questo punto di vista, ho venditori multibrand negli States e ora in Corea”.

Lei ha vestito il maestro Campagnoli, i Ricchi e Poveri e Morandi al Festival di Sanremo.

“Sì, per esempio i Ricchi e Poveri per il lancio, per alcune copertine e nell’edizione precedente Morandi”.

Qual è stato il complimento che le è rimasto impresso?

“Cinque anni fa la top model Simonetta Gianfelici era a Camerino per uno spot. Le fanno il mio nome per essere vestita da me, lei poi mi ha detto “Ma dove eri nascosta?”. Mi ha fatto un piacere enorme”.