Yuri Maggi coordinatore della Copagri giovani

A 29 anni guiderà gli agricoltori regionali emergenti: "Deve essere garantito un reddito minimo a chi ci prova, una sorta di incentivo"

Yuri Maggi coordinatore della Copagri giovani

Yuri Maggi coordinatore della Copagri giovani

di Lucia Gentili

È stato costituito il coordinamento dei giovani agricoltori di Copagri Marche. Ed è stato eletto all’unanimità (dal consiglio regionale della federazione) coordinatore il 29enne Yuri Maggi di Serrapetrona. Gestisce l’azienda agricola Maggi e Vecchioni, impresa biologica a conduzione familiare radicata nel territorio da tre generazioni. "Il ricambio generazionale rappresenta una delle priorità del Piano strategico nazionale", evidenzia il presidente Copagri Marche Andrea Passacantando. Maggi siederà anche al tavolo del coordinamento nazionale giovani.

Maggi, quale sarà il suo impegno?

"Innanzitutto far capire alle istituzioni le necessità per riavvicinare i giovani all’agricoltura. Come coordinamento monitoreremo costantemente tutte le possibilità offerte dalla normativa nazionale e dall’Unione europea, per tenere informati i ragazzi affinché colgano le opportunità della nuova Pac, Politica agricola comune. Viviamo in un periodo di grandi cambiamenti, basti pensare a quelli climatici, al riscaldamento globale e alla mancanza di materie prime a fronte dei rincari: il nostro settore deve stare sul pezzo, al passo con la sperimentazione e la ricerca, così da garantire un fabbisogno alimentare ed energetico".

La sua azienda è un esempio di sostenibilità ambientale. In che modo?

"Abbiamo puntato su autoproduzione di energia con rinnovabili, ciclo chiuso, nuovi macchinari (come navigatori gps sui trattori), riutilizzo della corrente prodotta, lavorazione a basso impatto ambientale, pur restando nel biologico. È sostenibile al 100%; d’altronde l’agricoltura 4.0, risultato dell’applicazione di una serie di tecnologie innovative, è anche questo. Come Copagri affiancheremo i nostri associati sulle tecniche di coltivazione di minore impatto sui terreni, sul minor uso del gasolio (considerando gli aumenti), sul benessere animale e sulla biosicurezza (migliorando la situazione sanitaria degli allevamenti e prevenendo la trasmissione di malattie)".

Come vede l’agricoltore di oggi?

"Un custode, una sentinella del territorio e del suo patrimonio inestimabile, da recuperare dopo il sisma e il Covid. Deve accogliere i turisti, che sempre di più richiedono un turismo esperienziale. Ma, per fare tutto questo, va garantito un reddito minimo al giovane agricoltore, al di là di calamità, colture e andamento economico. Una sorta di incentivo. Soprattutto per chi parte da zero e non ha l’azienda di famiglia alle spalle. E soprattutto per chi lavora nelle zone montane, che hanno meno servizi".