di Michele Mastrangelo
Gli ultimi casi di violenza (e tentata violenza) contro le donne avvenuti nel territorio, ci mettono in contatto con una triste realtà: il Covid-19 non ha fermato le prevaricazioni. Anzi. A confermarlo sono i dati del Centro antiviolenza provinciale Sos Donna, gestito dalla cooperativa sociale Il Faro, che mostrano come allo sportello di Civitanova si siano rivolte 66 donne da gennaio a luglio 2020. Di queste, 23 sono provenienti dalla nostra città, le altre dai Comuni limitrofi dell’Ambito 14 (Potenza Picena, Montecosaro, Morrovalle, Monte San giusto, Porto Recanati, Recanati). Altre donne sono giunte da Macerata, Montegranaro, Grottammare, Corridonia, Porto Sant’Elpidio, Pesaro e Rieti. Nello stesso periodo, sono 59 le donne che hanno preso contatti invece con il Cav del Capoluogo di provincia (e gli sportelli di Porto Recanati, San Ginesio e Castelraimondo). I dati sono in salita a Civitanova, ma come osserva Elisa Giusti, responsabile del servizio, la crescita è dovuta a un’aumento della conoscenza di questi fondamentali strumenti di tutela. Se non siamo di fronte a una situazione emergenziale, significa che questi comportamenti violenti sono però strutturali. "Tutto parte dalla nostra cultura – ammette Elisa Giusti –, ancora maschilista e fatta di pregiudizi e stereotipi sul corpo femminile e sul ruolo della donna. Tanto che, da un’indagine Istat del 2019 si evince che ancora persiste il pregiudizio che addebita alla donna la responsabilità della violenza sessuale subita: basti pensare che il 39,3% della popolazione ritiene che una donna sia in grado di sottrarsi a un rapporto sessuale se davvero non lo vuole e per il 23,9% la causa della violenza sia il modo di vestire".
Tali fenomeni, dice la Giusti, accadono spesso tra i giovanissimi. "I ragazzi replicano ciò che vedono in famiglia e nella società – la sua riflessione –. Ma la responsabilità di questi comportamenti, davvero è solo loro? Noi adulti, cosa facciamo per prevenire questa violenza?" La Giusti sottolinea allora la necessità di parlare con i figli "di rapporti interpersonali e di relazioni intime, insegnando loro che è bene conoscere il proprio corpo e che questo li aiuterà a prendere decisioni con fiducia e sicurezza. Dobbiamo insegnare che la prima regola di un rapporto di coppia è il rispetto per l’altro e per se stessi. E a scuola è possibile parlare di educazione emozionale e sessuale". Questo dialogo impatta con la nostra società: "In tv, nei social network, sui giornali, le immagini e i messaggi che si mandano sono spesso delegati a corpi di donne e uomini seminudi, belli e sorridenti, pronti per vendere un prodotto qualsiasi. Questa è la realtà che vivono i ragazzi di oggi e gli adulti di domani e questo porta a pensare che il nostro corpo sia prima di tutto un oggetto, da vendere bene e che posso utilizzare il corpo dell’altro a mio piacimento".
"Noi operatrici del centro antiviolenza Sos Donna – le conclusioni –, oltre a svolgere colloqui di ascolto telefonico e di accoglienza, supporto psicologico, consulenza legale, seguiamo un lavoro di prevenzione e sensibilizzazione nelle scuole e alla comunità. Chi avesse bisogno di aiuto o di un confrontoinformazioni si può rivolgere allo 0733-1990133 o 389-5878474. Abbiamo sportelli a Macerata, Civitanova, Porto Recanati, San Ginesio e Castelraimondo".