GIORGIO GIANNACCINI
Cronaca

Violenza sessuale su una studentessa. Cuoco 36enne finisce ai domiciliari

L’aggressione in pieno giorno in via Carradori: il peruviano ha bloccato la ragazza, infilandole la mano nei pantaloni

Anna Moffa guida la Squadra mobile, che ha condotto le indagini che hanno portato all’arresto del peruviano (foto Calavita)

Anna Moffa guida la Squadra mobile, che ha condotto le indagini che hanno portato all’arresto del peruviano (foto Calavita)

Un cuoco peruviano di 36 anni, residente a Macerata ma che ora lavora a Rimini, è stato messo agli arresti domiciliari con il braccialetto elettronico perché, secondo le indagini della Questura, avrebbe aggredito una studentessa di 24 anni per poi toccarle le parti intime. L’accusa è di violenza sessuale. La vicenda risale al 3 giugno scorso. Stando alla denuncia, la ragazza (che studia all’Università di Macerata) si trovava quel pomeriggio, intorno alle 16.50, all’altezza di via Carradori e stava andando a riprendere la sua auto. Ma poi sarebbe stata afferrata alle spalle dall’uomo che, pochi istanti dopo, le avrebbe messo le mani nei pantaloni fino a tastarle le parti intime. Così la giovane, sotto choc, si era messa a urlare chiedendo aiuto. Allora il peruviano avrebbe allentato la presa e sarebbe scappato via, per paura di esser scoperto. Subito dopo era stato lanciato l’allarme e sul posto era accorsa una pattuglia della Squadra mobile che, senza perdere tempo, si era attivava nelle ricerche del tizio. Dopo aver raccolto un identikit dell’aggressore, gli agenti avevano rintracciato a non troppa distanza il 36enne –A. C. B. jr le sue iniziali – che, secondo le indagini, aveva le stesse caratteristiche corrispondenti alla descrizione fornita dalla ragazza, insieme a quelle rilasciate da alcuni testimoni. Il sudamericano era stato portato in Questura per tutti gli accertamenti di rito e, alla fine, era stato denunciato per il reato di violenza sessuale. Da lì è partita la procedura del "codice rosso" e gli esiti dell’indagine sono stati trasmessi alla Procura della Repubblica. Per questo, martedì mattina gli agenti della Squadra mobile di Macerata, insieme ai colleghi della Squadra mobile riminese, hanno dato esecuzione alla misura cautelare degli arresti domiciliari con applicazione del braccialetto elettronico nei confronti del 36enne, che si trovava appunto a Rimini, dove lavora in un locale. L’uomo risulta regolare in Italia e incensurato. Tale provvedimento è stato emesso dal gip del tribunale di Macerata, su richiesta del pm. Domani sarà sottoposto all’interrogatorio di garanza e potrà dare la sua versione dei fatti. È difeso dall’avvocato Antonio Renis.