Le dichiarazioni del sindaco post violenze sessuali non rappresentano tutta la destra, dove qualcuno alza invece il livello di allarme. Alberto Feliziani, insieme con Gianfilippo Bianchi, Omar Rossi, Aldo Santori e Andrea Doria, tutti iscritti a Fratelli d’Italia, sul tema sicurezza non si allineano a Ciarapica.
"Amministrare Civitanova è senz’altro complicato, mentre un dato che appare inconfutabile è che sia diventata la città della movida con tutto quel che ne consegue in termini di consumo di droghe e alcol, che inevitabilmente portano permeazione criminale e insicurezza e sono e resto convinto – premette Feliziani – che se in certe serate, a sorpresa, venissero utilizzate unità cinofile previa sigillatura di certi luoghi ne vedremmo delle belle". Con gli altri esponenti di FdI si dice "stupito che frequenti episodi di violenza, anche efferati, vengano ridotti a normalità con dichiarazioni più idonee a una presa d’atto di difensore nominato piuttosto che a un amministratore pubblico, il quale dovrebbe ammettere il proprio fallimento ogni qual volta si verificano". Non ne fanno una questione di schieramento politico "ma di coscienza e mentalità. Preme più gongolarsi sulle 100mila presenze nottambule che generano economie a pochi fortunati piuttosto che a Civitanova difettino hotel, alberghi e residenze idonei ad attrarre turismo di qualità". "È sempre e solo un problema di profitto – osserva Feliziani – e mentre ci si scandalizza, poco, dello stupro di una adolescente non ci si interroga mai del perché una quattordicenne all’una di notte sia libera di cercare droga o appartarsi col primo sconosciuto presunto pusher di turno nell’indifferenza generale, in una città abituata ormai a tutto e che tutto perdona pur di non perdere il primato della notte e del divertimento".
"E allora – continua – dei parcheggi insufficienti, dei quartieri abbandonati, della sicurezza evanescente, della movida molesta, dei comportamenti sempre più violenti e aggressivi con episodi da cronaca nazionale ci si dimentica presto mentre parallelamente aumenta il numero di chi non va più a votare, i veri colpevoli di quel che poi accade. Perché è col voto che si scelgono gli amministratori pubblici e sempre col voto si esercita la protesta attiva. Chi non vota è complice di chi condanna. E non c’è destra o sinistra che tengano. Si chiama semplicemente menefreghismo con un pizzico di autentica vigliaccheria".
Lorena Cellini