REDAZIONE MACERATA

Violenza al pronto soccorso di Macerata: proposte misure straordinarie per la sicurezza

Aggressione al pronto soccorso di Macerata: due infermieri e una guardia giurata vittime. Si valutano nuove misure di sicurezza.

"Condanno personalmente, ma anche a nome di tutto lo staff di direzione dell’azienda, il grave atto di violenza che si è consumato al pronto soccorso dell’ospedale di Macerata, ed esprimo tutta la mia vicinanza agli operatori rimasti vittime dell’aggressione, due infermieri e una guardia giurata". Marco Ricci, direttore generale dell’Ast, usa parole chiare e nette, e sottolinea come tutto sia accaduto in modo improvviso e imprevisto: "Dalla ricostruzione dei fatti è emerso che il soggetto in questione è arrivato in ospedale perché si era sentito male, ma senza dare alcun segno di agitazione o alterazione al momento dell’accesso. Il finimondo si è scatenato quando un infermiere lo ha chiamato: gli è bastato questo per dar vita ad una reazione incontrollata, per contenere la quale sono intervenuti in tre. Poi è arrivata la Polizia".

Secondo Ricci, però, bisogna fare qualcosa di più rispetto a quanto già è stato messo in atto. "Al di là dell’episodio specifico e della particolarità del soggetto che ne è stato protagonista – prosegue il direttore - è semplicemente inaccettabile che ci si presenti al pronto soccorso per essere presi in carico e curati per poi aggredire infermieri, medici e gli altri operatori. Fortunatamente le aggressioni fisiche sono più rare, ma quelle verbali sono molte di più e in continua crescita. Valuteremo l’attuazione di altri interventi oltre a quelli già attivati. Ma serve un sussulto di dignità da parte di tutti, è una situazione che non può e non deve continuare".

"Si è trattato di un caso particolare, ma così non si può andare avanti", afferma Sandro Di Tuccio, confermato di recente alla presidenza dell’Ordine delle professioni infermieristiche (Fnopi) della provincia di Macerata, per il quadriennio 2024 – 2028. "Proprio oggi abbiamo riunito il consiglio direttivo per valutare la situazione, offrendo agli infermieri la consulenza legale gratuita dell’Ordine. Cercheremo quanto prima un confronto con la direzione dell’Ast per vedere cosa si può fare, ma è certo che medici e infermieri non possono essere la valvola di sfogo dei pazienti o dei loro familiari", sottolinea Di Tuccio. Il presidente della Fnopi maceratese, però, un’idea ce l’ha già. E dice di averla già espressa diverse volte negli ultimi anni, in seguito al crescendo di aggressioni. "Chiamiamo l’esercito per presidiare i pronto soccorso. Abbiamo soldati che operano nelle strade, sono a controllo di musei e monumenti e altro: perché non chiamarne alcuni a tutelare la sicurezza in ospedale? È solo un’idea, ma non credo che ormai ci siano alternative".

Franco Veroli