di Asterio Tubaldi
Sono circa venti le famiglie che protestano per la chiusura totale del passaggio pedonale di vicolo Ripetta che collega via Carducci con la centralissima via Roma. Queste famiglie risiedono in buona parte nella caratteristica viuzza di Recanati e nell’adiacente piazzale Mazzagalli Morotti e mal sopportano di non poter raggiungere a piedi, servendosi del comodo vicolo, via Carducci dove generalmente parcheggiano le proprie autovetture. Al loro disagio si somma anche quello dei 300 studenti della scuola San Vito che sono ritornati nella loro vecchia sede dopo tre lunghi anni di lavori per la ristrutturazione dell’edificio scolastico. Per gli studenti e le loro famiglie è iniziato un calvario perché si sono trovati con il passaggio pedonale, che permetteva di utilizzare una seconda entrata nella scuola, sbarrato da tavole in legno, costretti a raggiungere a piedi, dopo un lungo percorso, l’ingresso principale della scuola in via Roma congestionata dal traffico. Tanto che il Comune ha chiuso alla circolazione anche via Roma, dalle 13.20 sino al completo deflusso dall’edificio scolastico di tutti gli studenti. La storia di vicolo Ripetta è sorta quasi due anni fa, precisamente nel dicembre del 2021, quando è stato notato un rigonfiamento allarmante di un muro di contenimento del giardino di una casa. Allora venne messa una palificata in legno per puntellare il muro, ma di fatto c’era abbastanza spazio per il passaggio dei pedoni che i residenti e i cittadini hanno continuato a utilizzare. Tutto si è aggravato con l’apertura della scuola San Vito e il Comune, per rafforzare la sicurezza, ha sbarrando fisicamente il vicolo: l’amministrazione si sarà pure tutelata, ma è scattata inevitabile la protesta. Gli studenti oggi si ritrovano a percorrere a piedi via Roma sino ai piedi di Porta Pesa dove aspettano il pulmino per tornare a casa, che prima si fermava in via Carducci all’uscita di vicolo Ripetta, in mezzo ai bidoni dei rifiuti. Nel novembre di un anno fa il comandante della Polizia Municipale aveva firmato l’ordinanza di chiusura della scalinata per circa 45 giorni, il tempo necessario per la sua completa messa in sicurezza. Cosa che non è avvenuta per la presenza di un contenzioso, fra il nuovo e il vecchio proprietario dell’abitazione con il giardino che presenta il rigonfiamento del muro. Causa civile che potrebbe andare avanti per anni. Così l’amministrazione comunale sta pensando di eseguire lei stessa, in urgenza, i lavori e poi successivamente presentare il conto con l’apertura probabilmente di un nuovo contenzioso.