
Via ai festeggiamenti a Cingoli in onore di Santa Sperandia
Col tradizionale pellegrinaggio di 15 chilometri, compiuto a piedi partendo alle 4 del mattino, fino alle grotte di Citona, iniziano domenica a Cingoli i festeggiamenti in onore della compatrona Santa Sperandia per cui il culto è sempre molto fervente. Le sue spoglie incorrotte sono esposte nell’urna (nella foto) incastonata nel monumentale altare a lei dedicato. La ricorrenza terminerà l’11 settembre (nel periodo si susseguiranno momenti di aggregazione e solenni funzioni religiose) giorno della morte di Santa Sperandia deceduta nel 1276.
Era nata nel 1216 a Gubbio: dandosi alla vita contemplativa, giunge nei dintorni di Cingoli trascorrendo un periodo di penitenza e preghiera nelle grotte che lasciò per aggregarsi al monastero benedettino cingolano, divenendone badessa. Per i miracoli e le grazie di cui si sono avute testimonianze, il culto per Santa Sperandia venne riconosciuto e autorizzato nel 1635 dalla Congregazione. Memorabile resta uno dei prodigi compiuti dall’allora badessa. Durante un inverno, nel convento effettuavano lavori alcuni muratori: premurosa, la monaca chiese a loro, che stavano mangiando, se desiderassero qualcosa per integrare il cibo. "Magari potessimo avere ciliegie!", esclamò uno degli uomini.
Poco dopo, la madre superiora arrivò con un cestello colmo di ciliegie: del miracolo, si ammira il quadro che guarnisce l’altare maggiore della chiesa attigua al monastero, ove può essere visitata la stanza in cui Santa Sperandia visse e si spense.
Gianfilippo Centanni