REDAZIONE MACERATA

Venti grammi di cocaina nascosti nella borsetta. I carabinieri arrestano spacciatrice 59enne

La donna è stata fermata a Tolentino sabato sera. In tribunale ha confessato. ed è stata rimessa in libertà.

I carabinieri di Tolentino hanno fermato la donna sabato sera

I carabinieri di Tolentino hanno fermato la donna sabato sera

Una 59enne di Tolentino è finita in manette, accusata di spacciare cocaina. Ma in tribunale la donna ha ammesso tutto e alla fine è tornata in libertà.

A fermarla, sabato sera, sono stati i carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile di Tolentino, nell’ambito di un servizio di controllo del territorio finalizzato al contrasto dei reati in materia di stupefacenti. La pattuglia ha fermato dunque un’auto di grossa cilindrata in viale Bruno Buozzi. Alla guida vi era una donna, Paola Vittorini, che ha manifestato subito un’estrema e immotivata agitazione. L’ispezione ha chiarito i motivi della sua preoccupazione: è emerso infatti che la donna aveva, tra gli oggetti contenuti all’interno della borsetta, due involucri ricoperti di nastro adesivo marrone contenenti due sassi di cocaina del peso di 10 grammi ciascuno.

I militari a quel punto hanno perquisito anche l’abitazione della 59enne, trovando così una sacca nella quale c’era un vaso in vetro con altri 3,5 grammi di cocaina, due bilancini di precisione e una busta di creatina in polvere, sostanza utilizzata per il taglio dello stupefacente, oltre a ritagli in plastica per il confezionamento delle dosi. C’erano anche resti di altri involucri di colore marrone, aperti e vuoti, del tutto simili a quelli contenenti cocaina. Tutto questo materiale, come la droga trovata in auto, è stato messo sotto sequestro e la donna è stata messa agli arresti domiciliari, con l’accusa di spaccio di stupefacenti.

Ieri mattina in tribunale a Macerata, difesa dall’avvocato Vando Scheggia, la tolentinate è comparsa davanti al giudice Giovanni Manzoni per l’udienza di convalida. In aula, la donna ha ammesso le sue responsabilità ma ha anche parlato delle sue difficoltà. Ha spiegato di soffrire da anni di vari problemi di salute, confermati anche dalla documentazione sanitaria, e di aver avuto sempre difficoltà a trovare un lavoro, da giovane e ancora di più adesso. Questo l’avrebbe portata, alcuni mesi fa, ad avviare una piccola attività di spaccio, per riuscire ad avere qualche introito. Alla luce del suo atteggiamento collaborativo, alla fine il giudice Manzoni ha disposto per lei una misura cautelare meno pesante, e cioè l’obbligo di firma tre volte a settimana alla caserma dei carabinieri. Ora le indagini proseguiranno per chiarire la vicenda.