LUCIA GENTILI
Cronaca

Ambulante ucciso, il Comune di San Severino cerca casa per la vedova e il figlio sfrattati

Alika fu ammazzato in strada il luglio 2022 a Civitanova da Filippo Ferlazzo. Il provvedimento di sfratto era stato criticato dall’avvocato della famiglia. La risposta della sindaca Rosa Piermattei non si fa attendere

A destra Alika Ogorchukwu, aveva 39 anni quando è stato ucciso brutalmente in strada a Civitanova e viveva con la famiglia a San Severino. A sinistra il sindaco di San Severino Rosa Piermattei

San Severino, 22 novembre 2024 - Cerca casa la vedova di Alika Ogorchukwu, il venditore ambulante di origini nigeriane ucciso in strada il luglio 2022 a Civitanova da Filippo Ferlazzo (condannato a 24 anni in appello). Charity Oriakhi e il figlio, minorenne, sono stati di recente sfrattati da un appartamento a San Severino (Macerata). Un provvedimento che nei giorni scorsi l'avvocato della famiglia, Francesco Mantella, aveva criticato. Parole che hanno sollecitato la replica della sindaca Rosa Piermattei.

“Purtroppo mi vedo costretta ad intervenire nuovamente, e mio malgrado, su una vicenda complessa e delicata, che tocca aspetti umani e sociali di grande rilievo – ha scritto in una nota la prima cittadina in risposta alle dichiarazione dell’avvocato Francesco Mantella sul caso della famiglia di Alika -. Desidero innanzitutto esprimere, ancora una volta, la vicinanza mia personale e dell’amministrazione comunale tutta alla signora Charity Oriakhi e al figlio, vittime di una tragedia che ha segnato profondamente la comunità locale e il nostro paese. Tirata in ballo da una semplicistica e non veritiera ricostruzione fatta dall’avvocato Francesco Mantella, legale della famiglia Oriakhi, vorrei ribadire e a questo punto precisare, che il Comune di San Severino ha sempre mantenuto un grandissimo atteggiamento collaborativo in tutta questa vicenda. Siamo stati costantemente disponibili per favorire un percorso di sostegno e reinserimento, in sinergia con il Comune di Civitanova e con altre istituzioni competenti.

La vedova di Alika
La vedova di Alika

Più in dettaglio vorrei ricordare che appena due giorni fa, in data 20 novembre, la signora Charity ha sottoscritto con i nostri servizi alla persona un “accordo tra le parti” in cui il Comune si è impegnato, onorando tale impegno subito dopo la sottoscrizione dello stesso, a gestire il trasferimento, in vista dello sfratto esecutivo, dall’abitazione di residenza a un bed and breakfast che le è stato trovato dal nostro personale in città. Il soggiorno per le prime due settimane verrà sostenuto dal Comune per mezzo di un contributo economico che verrà erogato dalla Caritas settempedana. Inoltre, per far fronte alle prime necessità della famiglia, alla stessa sono stati forniti alimenti e altro. Il personale dei servizi sociali si è impegnato, in questo caso addirittura in prima persona, per il trasloco delle valigie della signora e di suo figlio e ha assistito allo sfratto chiedendo all’ufficiale giudiziario la possibilità di mantenere nell’abitazione alcune cose di proprietà della famiglia Oriakhi alla quale è stato messo a disposizione temporaneamente, comunque, anche uno spazio presso un deposito comunale per la custodia di mobilio e altro.

Da settimane i nostri uffici sono anche alla ricerca di un alloggio per la famiglia, soluzione per la quale, evidentemente, il suo legale si è impegnato molto poco a differenza dell’ente che rappresento. Mi preme inoltre ricordare all’avvocato Mantella che il Comune, subito dopo la tragedia, si è fatto promotore di una raccolta pubblica di fondi a favore della signora Charity insieme al Comune di Civitanova, fondi che sono stati messi a disposizione dalla stessa e di chi la assiste per le eventuali necessità. E’, dunque, davvero imbarazzante e irrispettosa delle istituzioni l’affermazione che la vicenda sia stata trascurata dal sindaco e dal Comune di San Severino. Il fatto che la signora Oriakhi attualmente si trovi in una struttura ricettiva individuata dal Comune stesso conferma l’impegno a garantire una sistemazione dignitosa seppure di transizione. Comprendiamo, tuttavia, il desiderio della signora di tornare a Tolentino, dove ha mantenuto legami significativi e siamo pronti a supportare ogni iniziativa che favorisca questa soluzione. La vicenda è una storia di grande dolore che merita non solo solidarietà ma anche rispetto da parte di tutti”.