REDAZIONE MACERATA

Usura, spaccio ed estorsione, sette a giudizio

I fatti avvenuti tra Tolentino e Potenza Picena. Minacce per la gestione di due locali notturni.

L’avvocato Gabriele Cofanelli assiste tre degli imputati

L’avvocato Gabriele Cofanelli assiste tre degli imputati

Estorsione, usura e spaccio di cocaina. Accusate, a vario titolo, sette persone che ieri sono state rinviate a giudizio: sono Nicola Borgogna di Montecassiano, Marsel Mati, Shpresa e Marseda Mati, residenti a Tolentino, Alessandro Giannelli, Rodolfo Paolucci e Gregorio Guccione, residenti a Potenza Picena.

I fatti sarebbero avvenuti tra Tolentino, Montecassiano e Porto Potenza dal 2016 fino ai primi mesi del 2017 e sarebbero legati alla gestione di locali a Porto Potenza.

Ieri in tribunale a Macerata si è svolta l’udienza preliminare, davanti al giudice Claudio Bonifazi. I Mati sono stati rinviati a giudizio per estorsione e sono stati prosciolti per quella di falso. Rinviati a giudizio Paolucci, Giannelli e Guccione, mentre è stato assolto perché il fatto non costituisce reato Vincenzo Cristiani, 25enne di San Ginesio, difeso dall’avvocato Sandro Pugliese.

Per l’accusa, sostenuta dal pm Stefania Ciccioli, i Mati avrebbero esercitato pressioni nei confronti di un uomo che aveva affittato gli spazi di Porto Potenza per realizzare i locali Ikona e Sky. Il 20 luglio 2016 i Mati avrebbero iniziato a fare pressioni anche sulla madre dell’uomo. Sarebbero state fatte delle minacce per costringere l’amministratore unico della società che aveva in gestione i locali a sottoscrivere tre fogli in bianco e ad apporvi in calce il timbro della sua società. I Mati hanno sempre assicurato di non aver falsificato il contratto di affitto e di non aver mai estorto la firma all’ex gestore: tutti e tre sono stati assolti dall’accusa di falso. Per la difesa, il gestore avrebbe chiesto in autonomia l’aiuto degli imputati per fronteggiare una personale posizione debitoria. Sempre per l’accusa, Borgogna avrebbe detto alla madre del gestore di non far uscire il figlio altrimenti sarebbe finita male, e si sarebbe fatto dare 2.500 euro per saldare un debito di 1.450 euro per la cocaina, oltre alla chiavi della piscina e della discoteca di Porto Potenza. Borgogna è accusato anche di aver spacciato circa un etto di cocaina. Paolucci, Guccione e Giannelli avrebbero ceduto cocaina all’uomo per quasi mezzo chilo. A Borgogna erano stati sequestrati un chilo e 120 grammi di marijuana e 13 grammi di cocaina nella sua Bmw, a Montecassiano il 6 dicembre 2016. L’uomo avrebbe spacciato cocaina a due clienti per quasi 5mila euro. Borgogna è accusato anche di estorsione e tentata estorsione per le minacce ai clienti che non pagavano la droga, fatte anche ai genitori, con messaggi e anche vocali. Borgogna è difeso dall’avvocato Nicola Piccinini, i Mati dall’avvocato Gabriele Cofanelli, gli altri imputati dagli avvocati Vando Scheggia, Fernando Salvetti e Stefano Chiodini.

Chiara Marinelli