"Realizzare un nuovo stadio da soli 6mila posti? La prima cosa che mi viene in mente è che si tratta di una proposta ridicola". Non le manda a dire Daniele Maria Angelini, presidente onorario della Civitanovese, che interviene nel dibattito sull’operazione proposta da privati al Comune, da 130milioni di euro, spalmata su 25mila metri quadrati, per demolire il Polisportivo e fare spazio a un nuovo quartiere con cubatura alberghiera, residenziale, commerciale e direzionale.
Perché non la convince?
"Civitanova non può non pensare in grande e accontentarsi di un impianto così piccolo. La Civitanovese è in serie D, un campionato nazionale, perché non immaginare che si possa crescere e giocare in categorie superiori? Lo stadietto da 6mila posti è sbagliato".
Stadietto dice…
"Ma sì. Se si vuole ragionare su uno stadio nuovo nell’ottica di una collaborazione con i privati, lo si progetti per essere in grado di ospitare anche importanti manifestazioni di sport e spettacolo. Quando ero assessore portammo Vasco Rossi al Polisportivo e fece quasi 20mila presenze, i fan riempirono spalti e prato".
Sindaco, consiglieri comunali ed ex amministratori del centro destra invitano a valutare la proposta come un volano per l’economia e il turismo. Che ne pensa?
"Dico che abbiamo un piano regolatore che prevede tutta la zona a nord, dalle Tre Case fino a Porto Potenza, a destinazione turistica, ma in quest’area nessuno ha presentato progetti. Invece si discute di abbattere il Polisportivo. E non si dica che servono alberghi; stiamo ancora aspettando che l’amministrazione definisca la questione Amadori riguardo a un hotel nella zona commerciale, poi ricordo che la gran parte degli alberghi di Civitanova sono stati trasformati in appartamenti e la gran parte dell’accoglienza oggi la offrono i B&B".
Un giudizio che esprime anche con l’occhio del titolare di una grande discoteca come il Donoma?
"Ma certo. Se guardo i dati del turismo vedo che altre località delle Marche vanno meglio di Civitanova, che segna il passo, e il grosso delle presenze lo registra anche grazie a locali capaci di attrarre gente da fuori regione che poi soggiorna qui. In città abbiano locali di carattere europeo, penso anche allo Shada la cui apertura fece da volano per il rilancio del lungomare sud e della movida. Parliamo di 12 anni fa, e subito dopo venne inaugurato il Donoma. Furono investimenti fatti da imprenditori lungimiranti, tra questi Giorgio Longhi di Tolentino, a cui andrebbe tributato dall’amministrazione un riconoscimento per il contributo allo sviluppo di Civitanova nell’economia del turismo e dell’accoglienza".
Lorena Cellini