LORENA CELLINI
Cronaca

Un’altra vetrina si spegne in centro: "Servono soluzioni"

"Continuano inesorabili le chiusure delle attività nel borgo marinaro e questo accade nell’indifferenza del sindaco e dell’assessore al commercio". Manola...

"Continuano inesorabili le chiusure delle attività nel borgo marinaro e questo accade nell’indifferenza del sindaco e dell’assessore al commercio". Manola...

"Continuano inesorabili le chiusure delle attività nel borgo marinaro e questo accade nell’indifferenza del sindaco e dell’assessore al commercio". Manola...

"Continuano inesorabili le chiusure delle attività nel borgo marinaro e questo accade nell’indifferenza del sindaco e dell’assessore al commercio". Manola Gironacci, presidentessa dell’associazione Viviamo Civitanova, tiene la triste contabilità delle serrande abbassate, l’ultima di un negozio di abbigliamento lungo corso Umberto, in liquidazione totale. E rimprovera la politica di tenere la testa sotto la sabbia. "Sono rimaste inascoltate le continue richieste di tavoli di confronto per una strategia comune" lamenta Gironacci, che assicura l’impegno della associazione che presiede "perché rispetto a quello che sta accadendo non ci giriamo da un’altra parte, non facciamo finta di non vedere ogni chiusura, ogni vetrina che si spegne e che apre una nuova ferita nel cuore della nostra Civitanova". E ragiona su dati delle Marche "sempre più allarmanti. La regione registra, dati Confesercenti, il peggior rapporto in Italia tra le iscrizioni di nuove imprese e le chiusure, una a quattro, e per noi il rischio di aperture a zero è anticipato al 2031. La desertificazione commerciale che stiamo vivendo è un grosso problema sul piano economico, ma anche sul piano sociale". E sottolinea come nella provincia di Macerata "dal 2018 a oggi le imprese del commercio siano passate da 8.136 a 6.327, ben 1.809 in meno con una diminuzione del 22% e una media di 49 chiusure al mese". Quindi, la riflessione su Civitanova "perché le chiusure in centro stanno spegnendo la luce sulla bellezza, sulla vivacità della città e su un modo di socializzare. Urge che l’amministrazione si confronti con le categorie e con i comitati, che significherebbe prendere in esame i problemi e cercare un metodo che inverta la tendenza, per iniziare a prendere atto del problema e a gettare le basi di possibili soluzioni condivise".