REDAZIONE MACERATA

Una via per Ramelli, insorge Cicarè: "Vogliono riscrivere la nostra storia"

Il consigliere: altro che pacificazione, cercano di legittimare un passato terribile

Una via per Ramelli, insorge Cicarè: "Vogliono riscrivere la nostra storia"

La maggioranza di centrodestra vorrebbe, "in nome di una pacificazione nazionale", intitolare un luogo della città a Sergio Ramelli, giovane appartenente al Fronte della Gioventù, ucciso vigliaccamente nel 1975 da appartenenti a Avanguardia operaia. La proposta è del consigliere Andrea Blarasin (Fratelli d’Italia) e verrà discussa nella prossima seduta dell’assise cittadina. Una proposta che non piace ad Alberto Cicarè, consigliere comunale di Strada Comune - Potere al Popolo, che critica "l’ennesima intitolazione promossa da questa maggioranza di centrodestra, che si è distinta anche per aver deciso di dedicare una via o una piazza a Silvio Berlusconi. L’istinto, di fronte a questo nuovo tentativo di tappezzare la città dei loro simboli, è quello di andarsene e lasciargli fare ciò che la loro ampia maggioranza gli consente. Fatelo voi e non cercate il nostro consenso". "Ma quale pacificazione? La realtà è che questa parte politica sta cercando di riscrivere la storia – commenta Cicarè –. A Macerata con Geppino Micheletti, con le Foibe, con l’insostenibile equiparazione tra nazifascismo e comunismo, ora con il povero Ramelli. Si individuano le vittime, si celebrano i martiri della violenza avversaria per legittimare l’illegittimabile, il neofascismo che emerge e trapela da buona parte della politica attuale. Dalle reticenze nel prendere le distanze dalle origini neofasciste al lassismo nei confronti di chi apertamente le rivendica a queste incursioni nel campo culturale e istituzionale, è chiaro il tentativo di modificare la storia nazionale – scrive Cicarè –. Se avessero voluto veramente una pacificazione nazionale avrebbero potuto chiedere l’intitolazione di un luogo della città alle vittime della strage di Bologna; oppure avrebbero potuto promuovere un ricordo di tutte le stragi del terrorismo. Prima si dichiarano vittime della violenza rossa, poi alzano orgogliosi il saluto romano nei loro luoghi identitari, Predappio, Dongo, Acca Larentia. Non è pacificazione, ma legittimazione di un passato che la storia ha dichiarato terribile e irripetibile. Chiediamo ai proponenti di ritirare la richiesta di intitolazione del luogo della città a Ramelli e, alla società civile di Macerata, di prendere posizione affinché non si compia un nuovo atto di una deriva politica e culturale di cui non abbiamo bisogno".