Un pozzo in Africa per ricordare Emanuele

L’associazione Amiciper di Tolentino lo ha realizzato in Burkina Faso, con il contributo della famiglia del 21enne morto nel 2022

Un pozzo in Africa per ricordare Emanuele

L’associazione Amiciper di Tolentino lo ha realizzato in Burkina Faso, con il contributo della famiglia del 21enne morto nel 2022

Il pozzo di Emanuele Mosca. Il quattordicesimo pozzo di acqua potabile è stato realizzato dall’associazione Amiciper in Burkina Faso con il contributo della famiglia del 21enne di Tolentino, morto nel 2022 in un incidente stradale a San Ginesio.

"L’acqua è il simbolo della vita che continua – esordisce la presidente di Amiciper, Fabiola Caporalini –, è fonte di vita. Per questo abbiamo pensato a Emanuele. Conosciamo da tempo la sua famiglia, fa parte del giro di amicizie dei nostri associati. Avendo alcune risorse ferme, l’idea è stata quella di realizzare un’altra struttura e di coinvolgere i suoi cari. Per la costruzione ci siamo affidati a Charles Ouedraogo, sacerdote camilliano direttore amministrativo dell’ospedale di Nanoro, con cui collaboriamo dal 2013. Il pozzo è stato fatto a Pabré, un villaggio vicino alla capitale del Burkina Faso, Ouagadougou; dà acqua tutto l’anno, sia nella stagione piovosa che in quella più secca. Nel 2025 vorremmo andare sul posto per inaugurarlo ufficialmente. Tutta la popolazione comunque è andata ad attingere l’acqua sin dal primo momento, quando era solo un rubinetto e non era ancora stata costruita la struttura in muratura intorno. Questo pozzo rimarrà pubblico, aperto a tutti, gestione e accesso saranno gratuiti. Sarà affidato al capovillaggio, a differenza di altre volte in cui era subentra un comitato di gestione del pozzo che chiede un tot a chi prende l’acqua per pagare manutenzione e cura. L’acqua potabile riduce del 50 per cento la mortalità, soprattutto infantile perché diminuisce il rischio di malattie dovute all’assunzione di acqua sporca (colera, varie patologie legate all’apparato digerente ecc.), che spesso nei bambini molto piccoli sono letali. Quindi il pozzo rappresenta un’opera socio-sanitaria, oltre che vitale". Sulla targa che ricorda Emanuele Mosca c’è una frase di San Francesco.

Laura e Giovanni Mosca, genitori del 21enne, hanno un grande cuore. "La famiglia ringrazia l’associazione per l’impegno messo nel portare a termine il pozzo di Emanuele – affermano –. Quando Fabiola Caporalini ci ha proposto la costruzione del pozzo, ci ha stupito perché abbiamo pensato che non ci poteva essere un segno più bello che quello di dare vita a tante persone che avrebbero potuto bere quell’acqua. Per questo abbiamo scelto la frase di San Francesco, per ringraziare il Signore “per sora Acqua, la quale è molto utile, umile, preziosa e casta“. Non potete immaginare la gioia quando sono arrivate le prime foto delle persone, ma in particolare di tanti bambini che felici attingevano acqua. Emanuele è con noi".

Lucia Gentili