
Da sinistra sotto Paglialunga e Murri, sopra Iezzi e Micucci (foto De Marco)
Crocetti dice che continuerà a “onorare il suo ruolo“ di consigliere comunale e lo farà da condannato per evasione fiscale ai danni dello Stato. C’è da chiedersi con quale credibilità continuerà a votare, come pochi giorni fa, l’aumento della Tari. L’opposizione all’attacco contro l’esponente della maggioranza (Civitanova Unica) condannato, con sentenza definitiva ma pena sospesa, a un anno e sette mesi di reclusione e all’interdizione per un anno dai pubblici uffici, e che ha deciso di non dimettersi.
Silenzio dell’amministrazione e dei suoi alleati, mentre il centro sinistra reagisce e attacca la credibilità del consigliere e quella del sindaco: "Come potrà Ciarapica chiedere ai civitanovesi di rispettare le leggi, se i suoi amici per primi non lo fanno?" Una posizione su cui convergono Francesco Micucci, Mirella Paglialunga, Elisabetta Giorgini, Letizia Murri, Lidia Iezzi, Yuri Rosati. Nessun dubbio per tutti che "se Crocetti volesse veramente onorare il suo ruolo avrebbe già dovuto essersi dimesso da un pezzo, perché una condanna per evasione fiscale è moralmente incompatibile con l’incarico che ricopre. Ma, si sa, da quelle parti davanti alle condanne fanno finta di nulla. I tanti cittadini, operai, lavoratori che però pagano regolarmente le tasse, anche per quelli che raggirano la legge, siamo certi che non saranno contenti di essere rappresentati in consiglio da Gianluca Crocetti".
E quanto a Fabrizio Ciarapica, che con il consigliere condannato è andato spesso a braccetto in questi mesi presenziando iniziative pubbliche, "pare chiaro che il sindaco ha un fiuto particolare per scegliersi i compagni di taglio dei nastri. Dopo, infatti, la vicenda che ha visto protagonista l’esponente di Forza Italia Niccolò Renzi, con una denuncia a suo carico presentata da un imprenditore svizzero che sarebbe stato da lui truffato, e che segue il suo rinvio a giudizio, sempre per una presunta truffa, quando era consigliere comunale a Porto Sant’Elpidio, ecco ora il caso Crocetti, evasore fiscale per un giro di fatturazioni relative a operazioni inesistenti. E nessuno dei due pensa minimamente a dimettersi". "Oltretutto – aggiungono – l’affare Crocetti non è finito: c’è a suo carico un ulteriore procedimento in corso per lo stesso filone di indagini, ma per annualità differenti. Al sindaco chiediamo se la tolleranza zero che predica verso i pregiudicati non vale per chi ha amici a Palazzo".