LORENA CELLINI
Cronaca

Un anno dopo il tragico omicidio Alika, solo venti persone a ricordarlo La vedova: "Chiedo ancora giustizia"

Nessun rappresentante del Comune presente, c’erano solo due esponenti di ’Dipende da noi’. Deposto un mazzo di fiori sul luogo dell’aggressione. A San Pietro incontro del comitato ’29 luglio’.

Un anno dopo il tragico omicidio  Alika, solo venti persone a ricordarlo  La vedova: "Chiedo ancora giustizia"

Un anno dopo il tragico omicidio Alika, solo venti persone a ricordarlo La vedova: "Chiedo ancora giustizia"

di Lorena Cellini

della città, celebrata la commemorazione di Alika Ogorchukwu, il trentanovenne nigeriano ucciso un anno fa, il 29 luglio, a Civitanova, lungo corso Umberto I, da Filippo Ferlazzo, oggi sotto processo per il brutale omicidio commesso a mani nude.

Ieri poche persone alla cerimonia, partecipata dalla vedova Charity Oriche con il figlio di nove anni, da amici della comunità nigeriana e tra questi Ugochukwu Onuzulike, del servizio immigrazione dell’Ambasciata della Nigeria. Hanno ricordato Alika nello spazio adiacente il cinema Cecchetti con preghiere e chiesto giustizia per quell’atto di brutale violenza che il figlio di Alika ha visto perché rimbalzò per giorni sui social il video del padre atterrato, picchiato e poi strangolato senza che nessuno intervenisse ad aiutarlo, circostanza che mise Civitanova sul banco degli imputati, accusata di indifferenza e razzismo. "Ha visto quelle immagini choccanti e possiamo immaginare cosa abbia provato. Come sua madre desidera di poter avere le opportunità che il padre gli avrebbe dato per affrontare la vita" rivela l’avvocato della famiglia dell’ambulante ucciso, Francesco Mantella, presente alla commemorazione insieme a una ventina di persone in tutto. Non ha partecipato nessuno in rappresentanza del Comune di Civitanova mentre c’erano Roberto Mancini ed Elisabetta Giorgini, consigliere comunale ed esponente della lista civica ’Dipende da noi’.

Pochissime parole dalla vedova: "Ringrazio tutti, specialmente chi è venuto da lontano e chi ci ha aiutato, in tutti sensi, il Signore vi benedica. Per Alika chiedo giustizia, per noi un aiuto a trovare un lavoro". "Resteranno a vivere nelle Marche - dice Mantella - e sperano in un segnale di concreta disponibilità per una collocazione abitativa e lavorativa". Quanto agli aiuti promessi dagli enti pubblici, a disposizione della famiglia ci sono i 15.000 euro donati dal Comune di Civitanova e versati in un conto corrente gestito dal Comune di San Severino, la città dove vive la famiglia di Alika, e destinato a coprire le spese primarie. "A San Severino per il momento - spiega l’avvocato - si limitano a gestire questi soldi poi sia Charity che il figlio sono seguiti dai servizi sociali".

Alla fine della cerimonia, protetta da un servizio d’ordine, la comunità si è spostata in corso Umberto per deporre un mazzo di fiori sull’angolo del marciapiede in cui Alika venne ammazzato e dove qualcuno già in mattinata aveva lasciato dei fiori. Le manifestazioni in suo ricordo si sono poi trasferite nel salone parrocchiale di San Pietro dove il comitato ’29 luglio’, che si costituì all’indomani dell’omicidio, ha organizzato un incontro con il giornalista di Radio Vaticana Filomeno Lopez dal titolo "in memoria di Alika per una convivenza accogliente a Civitanova".