di Gaia Gennaretti
"È tutto fermo e non possiamo più donare il sangue. Non è possibile andare avanti così". A lamentare lo stop dell’Avis di San Severino è un donatore storico, Angelo Possanzini. Il problema sarebbe legato all’assenza di un infermiere per i prelievi che da settembre non è stato più rinnovato. "L’Avis di San Severino era uno dei centri più attivi – dice Possanzini – e quindi non riesco proprio a capire come sia possibile che da settembre ad oggi non si sia riusciti a nominare un nuovo infermiere. Noi siamo fermi e in questo modo sinceramente non mi sento nemmeno tutelato. Quanto tempo ci vuole per accreditare un nuovo infermiere? Possibile che non si comprenda che se si ferma la raccolta del sangue si rischia di creare un danno enorme a tutta la comunità?" A fare il punto della situazione è il presidente dell’Avis settempedana, Anelido Appignanesi: "Il problema è iniziato ad aprile 2022 quando abbiamo dovuto interrompere i prelievi del plasma. Avevamo due infermieri e fino a settembre abbiamo continuato solo con il sangue. Poi un’infermiera ha fatto il concorso per l’assunzione nel sistema sanitario pubblico e attualmente lavora a Torrette. L’altra invece è in maternità. Nel frattempo – prosegue – si stava accreditando un infermiere che ha terminato il corso necessario circa un mese fa. La presidente provinciale dell’Avis mi ha detto che il primario del centro trasfusionale di Macerata ha firmato l’autorizzazione ma manca la firma del Dipartimento Interaziendale Regionale di Medicina Trasfusionale. Ci era stato detto che in questa settimana avrebbe dovuto concludersi la pratica. Sembrerebbe che dai primi di maggio dovrebbero ripartire le donazioni. Noi ci siamo mossi sia a livello provinciale che regionale, e devo dire grazie anche all’assessore comunale Jacopo Orlandani che ci ha messi in contatto con Saltamartini e abbiamo partecipato ad una riunione con la direttrice Daniela Corsi. Anche il sindaco Rosa Piermattei si è mossa con i canali istituzionali". L’Avis aveva anche garantito che si sarebbe occupata della retribuzione del personale infermieristico ma a nulla, al momento, è valso: "Abbiamo circa 600 donatori e si facevano fino a mille donazioni all’anno. Ora che i donatori devono andare a Macerata, siamo fermi a 70. Questa situazione chiaramente demotiva tutti e poi qualcuno non può prendersi il permesso al lavoro. Siamo veramente dispiaciuto di questa situazione, devo dire di no ogni giorno a cinque o sei persone che mi chiamano per donare".