
Il batterista e percussionista Tullio De Piscopo, domani alle 21.15 a Civitanova con «I colori della musica»
"Non è semplice individuare le tappe del mio viaggio nella musica per il live: fare la scelta giusta è difficile nella scaletta ma anche nella vita". Il batterista e percussionista Tullio De Piscopo dà appuntamento al pubblico a domani quando alle 21.15 farà tappa al teatro Annibal Caro di Civitanova il tour "I colori della musica" in cui ripercorre la carriera. "Fare certe scelte – spiega – significa anche rinunciare a qualcosa, pure a livello economico, per continuare a essere se stessi".
De Piscopo, lei è stato al Festival di Sanremo dove ha proposto Andamento lento: come è stato assaporare la popolarità senza farsene travolgere?
"Sono sempre rimasto io, anche se i produttori e i discografici premevano perché facessi sempre più interviste e che lasciassi l’insegnamento, ma sono rimasto con i piedi per terra. Volevano che mi muovessi con l’autista, ma io vado a lavorare da solo".
Certi pezzi sono legati a momenti, incontri e ricordi: qual è quello che le scatena le maggiori emozioni quando lo suona?
"Libertango di Piazzolla con cui ho registrato 10 lp e partecipato a produzioni in studio. Poi ogni volta provo sempre una grande emozione con i brani di Pino Daniele, attorno a quelle canzoni c’è un racconto, c’è un viaggio, ci sono le sceneggiate che facevamo sul pullman facendo 300-400 km al giorno. È stato un periodo a cui sono molto legato".
La scaletta è sempre la stessa in ogni live oppure c’è spazio all’improvvisazione del momento?
"Cambia. Di solito, quando posso, arrivo un giorno prima dove devo suonare e quel giorno è importante perché riesco a capire l’umore della gente, il posto, il dialetto, l’accento: sono elementi che mi suggeriscono cosa suonare. Il live è anche un racconto dove riporto alla luce episodi con Piazzolla, De André e Pino Daniele".
"Stop bajon" ha più di quarant’anni: come spiega la sua modernità e le tante versioni di altri musicisti?
"Questo brano ha spaccato in tutto il mondo, un qualcosa di incredibile. C’è quel ritmo tribale di porta Capuana, cioè dove sono nato, di Napoli, dei suoi vicoli e il testo scritto da Pino è incredibile. Ancora oggi è in classifica con un remix".
Cosa le ha trasmesso l’incontro e la collaborazione con Astor Piazzolla?
"Moltissimo. Ogni tanto ascolto di nuovo la sua musica perché mi dà una carica enorme. Mi ha insegnato come scrivere certi passaggi musicali, come usare gli archi".
Yes, I know my way: è il titolo della canzone di Pino Daniele, lei quando ha capito quale fosse la sua strada?
"Quando diciannovenne sono arrivato in Emilia Romagna dove da sempre ci sono tante orchestre. Si era sparsa la voce di un napoletano che suonava in maniera diversa dagli altri, tantissimi venivano ad ascoltarmi e poi mi chiedevano di suonare con loro. In quel momento ho capito che erano giusti gli studi, le ricerche che facevo da solo sulla batteria. Il mio stile affonda a Napoli, nelle mie radici. Così ho sviluppato il progetto coltivato sin da bambino".
E qual era il suo progetto?
"Volevo diventare qualcuno e tutto ciò che ho realizzato l’ho fatto pensando a mio fratello Romeo, morto da giovane mentre stava suonando la batteria. Non ci sono sue registrazioni, ma tutti mi hanno sempre detto che suonava in modo splendido, sono sicuro che avrebbe fatto meglio di me". La formazione che suonerà a Civitanova è formata da Tullio De Piscopo, batteria Lead vocal e percussioni; Stefano Gajon: sax e tastiere; Gianluca Silvestri: chitarre; Daniele Labelli: organo, piano e tastiere; Alessandro Simeoni: basso; Rosario Di Giorgio: percussioni.