di Paola Pagnanelli
Travolto da un distributore automatico, caduto durante uno spostamento, era morto un operaio. Per questo ieri ha patteggiato la pena un dipendente della Liomatic, mentre altri due saranno processati a novembre del 2022. Il fatto era successo il 13 marzo 2019 a Cingoli.
Imputati sono Raffaele Barchesi di Agugliano, Luca Verdenelli di Ancona e Michael Squartini di Jesi, dipendenti della sede jesina della società Liomatic, che gestisce i distributori automatici di merendine e caffè.
Quel giorno i tre erano andati alla sede della ditta Carnj, che lavora per Fileni a Cerrete Collicelli, per spostare uno dei distributori dal primo piano al piano terra dell’azienda. Squartini stava utilizzando un saliscala motorizzato, mentre Verdenelli e Barchesi erano incaricati di sorvegliare le scale e la zona.
Ma all’improvviso, a causa di uno scivolamento del saliscala, il distributore si era ribaltato ed era caduto, e proprio in quel momento purtroppo passava di lì Alija Ahmedi, dipendente della ditta Carnj. L’operaio era così stato colpito e aveva riportato numerose lesioni, in conseguenza delle quali morì poi il 3 settembre.
Erano quindi state fatte delle indagini, e alla fine i tre dipendenti della Liomatic sono stati accusati di omicidio colposo, per non avere usato tutte le accortezze necessarie nello spostare quel grosso macchinario, per non avere segnalato le operazioni e per non avere impedito all’operaio di raggiungere le scale. Ieri mattina in tribunale a Macerata per loro si è tenuta l’udienza preliminare. Barchesi ha voluto definire subito la vicenda e ha chiesto di patteggiare la pena, concordata con il pubblico ministero Vincenzo Carusi a un anno e due mesi di reclusione con la sospensione condizionale. Per gli altri due, il giudice Domenico Potetti ha disposto il rinvio a giudizio: il processo si aprirà a novembre dell’anno prossimo. Loro però respingono ogni accusa, Verdenelli addirittura sarebbe stato dietro a una porta chiusa e non avrebbe seguito le operazioni di spostamento del distributore; inoltre avrebbero tentato di fermare l’operaio, vedendolo arrivare alle scale, ma senza riuscirci.
Ma la vicenda ora dovrà essere ricostruita nel corso del processo, in tribunale. Tutti e tre gli imputati sono difesi dall’avvocato Andrea Netti, ieri sostituito dalla collega Valentina Romagnoli. I familiari del macedone morto, residenti a Cingoli, sono stati già risarciti dall’assicurazione con 1,6 milioni di euro.