Macerata, 25 settembre 2019 - Torna in aula domani Luca Traini , ma stavolta alla corte d’appello di Ancona, per chiedere uno sconto sulla condanna a 12 anni ricevuta in primo grado per il raid del 3 febbraio 2018. Esacerbato dalla vicenda di Pamela Mastropietro, uccisa e fatta a pezzi tre giorni prima, Traini quella mattina aveva deciso di vendicarla, sparando all’uomo accusato di quel delitto, Innocent Oseghale, che quella mattina era in tribunale, a Macerata, per la convalida del suo arresto.
Vedendo però lo schieramento della polizia e dei carabinieri davanti al palazzo, Traini aveva cambiato idea e si era messo a fare fuoco su tutti i ragazzi di colore che incrociava – secondo lui tutti spacciatori –, contro i locali dove riteneva si trovassero gli spacciatori, e contro la sede del Pd, colpevole di avere consentito l’ingresso di immigrati, che poi erano – sempre secondo lui – tutti spacciatori.
Seminò il terrore per le strade, sparando dalla sua Golf, fino a quando non si fermò al monumento ai caduti e fu arrestato. L’ avvocato Giancarlo Giulianelli ha contestato la condanna a 12 anni . In primo luogo, una consulenza di parte ha ritenuto Luca Traini parzialmente incapace di intendere e di volere. L’aggravante della motivazione di odio razziale sarebbe inapplicabile, in quanto il maceratese avrebbe preso di mira gli spacciatori, che lui associava ai giovani immigrati. Il pentimento espresso verso la fine del processo di primo grado e il comportamento processuale potrebbero poi a giocare a favore della difesa, che con un cosiddetto patteggiamento sui motivi punta a ottenere uno sconto di un terzo della pena, fino a otto anni di reclusione.
Finora, a Traini è stata sempre respinta la richiesta di poter uscire dal carcere coi domiciliari e il braccialetto elettronico.
CronacaLuca Traini torna in aula, c’è l’appello ad Ancona