Slitta a marzo l’ultimo atto per Luca Traini, dopo che il professor Franco Coppi ha chiesto alla corte di cassazione di poter discutere del caso in tribunale, in presenza, e non solo in modo virtuale. Traini è stato condannato in primo grado e in appello a 12 anni di reclusione per il reato di strage aggravato dai motivi di odio razziale, per il raid a mano armata messo in atto la mattina del 3 febbraio 2018. In una città sconvolta dall’omicidio della 18enne romana Pamela Mastropietro, Traini decise di vendicarla a modo suo, facendo un giro in auto per Macerata e sparando contro i giovani immigrati che incontrava, tutti colpevoli, secondo lui, di essere spacciatori di stupefacenti e responsabili della morte della ragazza. Sei persone rimasero ferite. Sia davanti alla corte d’assise di Macerata che ad Ancona, in appello, l’avvocato Giancarlo Giulianelli ha contestato l’accusa di strage, dicendo che al massimo Traini poteva essere condannato per una serie di tentati omicidi, se non per lesioni. Il difensore ha anche contestato l’aggravante dell’odio razziale. L’atto finale, la sentenza della Cassazione, era stato previsto per il 20 gennaio. Ma l’avvocato Franco Coppi, celebre professionista difensore anche di Giulio Andreotti, di recente anche lui difensore di Traini, ha chiesto alla corte di poter discutere il caso in aula. Dunque, essendo ancora in vigore le restrizioni anti Covid, l’udienza è stata rinviata al 24 marzo. Parteciperanno come parti civili anche le vittime di quella sparatoria, cioè i feriti, il Pd, e il Comune di Macerata, difesi dagli avvocati Luca Froldi, Gianfranco Borgani, Marco Romagnoli, Nicola Perfetti e Carlo Buongarzone.
Paola Pagnanelli