"Alimentiamo l’ambiente", il secondo appuntamento promosso dalla Fondazione Carima sul filone della sostenibilità, ha portato al teatro Lauro Rossi il tema dell’impatto ambientale del sistema alimentare. Proprio quest’ultimo rappresenta la più grande minaccia per la biodiversità globale e una delle principali cause della crisi climatica, al tempo stesso principale leva in grado di garantire la salute delle persone. Da qui l’intenzione della Fondazione Carima, come spiegato dal presidente Francesco Sabatucci Frisciotti Stendardi, di "promuovere momenti di confronto e di sensibilizzazione rivolti alle istituzioni e alla collettività maceratese, allo scopo di educarci a migliorare i comportamenti individuali per lasciare alle future generazioni un pianeta prospero". A condurre e moderare la tavola rotonda, Giuseppe Calabrese, volto noto del programma Linea Verde di Rai1. Ad intervenire, Silvio Barbero, co-fondatore di Slow Food e presidente del comitato scientifico di Filiera Futura, che ha scattato una fotografia realistica del settore agroalimentare italiano, sottolinando come sia necessario orientare i paradigmi di produzione del cibo verso la sostenibilità, puntando all’ecoqualità, recuperando i saperi tradizionali e facendoli dialogare con la scienza e la tecnologia. Il quadro scientifico è stato completato da Franco Fassio, systemic food designer e professore di Circular economy for food dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, che ha spiegato come le modalità di produzione e consumazione del cibo negli ultimi cinquant’anni hanno avuto impatti devastanti sugli ecosistemi e sulle società umane. Giulia Biondi, biologa della nutrizione e divulgatrice scientifica ha affermato come il modello alimentare mediterraneo risulti il migliore e che, se seguito, aiuterebbe a ridurre l’impatto sull’ambiente. Presente anche lo chef Carlo Cracco, che ha parlato della responsabilità in capo agli chef contemporanei in termini di sostenibilità. A chiudere la tavola rotonda l’imprenditore agricolo Michele Buccelletti, 21ª
generazione di una famiglia che opera da 400 anni in diversi settori: testimonianza di come, grazie ad investimenti in tecnologie e infrastrutture, si possa fare innovazione nel settore agricolo.