Riprende una vecchia tradizione il Comitato di quartiere di Montemorello, domenica prossima festeggia la "Madonna consolatrice degli afflitti".
Di lei nella chiesa del convento dei Cappuccini, nella prima cappella laterale destra che appartiene alla famiglia Leopardi, è esposto un quadro in quanto è considerata la protettrice dei conti Leopardi e da loro fin dal 1737 è celebrata la seconda domenica di novembre.
Quel quadro è più conosciuto come "La Madonna della braciola". Questo strano appellativo le veniva dal fatto che nel giorno dei festeggiamenti, per tradizione, la famiglia Leopardi, allo scopo di fare tutti partecipi non solo offriva un gran pranzo alle autorità civili e religiose partecipanti e regalava al convento un’abbondante scorta di generi alimentari, ma offriva anche a tutte le persone meno abbienti del quartiere una braciola di carne, considerata allora cibo ricco e prelibato. La stessa contessa Anna Leopardi aveva conservato il menù del pranzo scritto personalmente da Monaldo, padre di Giacomo, nell’anno 1837 e il poeta, abituato fin da piccolo a festeggiare la data, non la dimenticava neppure quanco ea lontano. Il 23 novembre 1825 egli scrive da Bologna alla sorella Paolina: "Avrete già fatto la festa della Madonna, io non mi ci sono trovato. Ti assicuro che ci pensai e mi dispiacque. Pazienza". Una tradizione che la stessa contessa Anna si rammaricava che fosse andata perduta: "È vero che tutto cambia a seconda dei tempi – scriveva –, ma a me pare che così si disperdano briciole di storia".
È per questo che il comitato ha voluto ripristinare la tradizione e domenica alle 10.30 si celebrerà la messa, al termine della quale ci sarà una processione per le vie del quartiere. A mezzogiorno è previsto l’intervento di fra Fabio Furiasse proprio sulla tradizione della "Madonna della braciola" a cui seguirà il pranzo nella Cucina del convento (su prenotazione 0717570505). Padre Francesco, per l’occasione, prendendo spunto dal menù scritto a suo tempo dal conte Monaldo Leopardi, proporrà alcuni piatti dell’epoca come la polentina del Norcino e i passatelli in brodo, l’allesso con le verdure ripassate, la braciola e l’insalata e l’immancabile ciambellone di Frate Giulio, con le castagne e il vin santo (costo 35 euro). La liturgia e la festa saranno animate dal coro Cristo Re di Numana.
Antonio Tubaldi