REDAZIONE MACERATA

Terremoto nelle Marche, gli sfollati del 2016 rivivono l’incubo

Gli abitanti delle casette: "Abitazioni ancora da ricostruire, speriamo che le scosse non abbiano aggravato i danni"

Macerata, 10 novembre 2022 - Risveglio amaro, con la scossa da 5.7, quello di ieri mattina in provincia. Un ritorno a sei anni fa per i terremotati. Una ferita che si riapre, soprattutto per chi non è ancora rientrato a casa. E non sa quando questo accadrà. Come gli abitanti delle casette. Abbiamo visitato l’area Sae di Caldarola, in rappresentanza di una popolazione resiliente, che va avanti nonostante tutto. Ed è costretta ad imparare a convivere con le scosse.

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Terremoto, l'incubo degli sfollati del 2016
Terremoto, l'incubo degli sfollati del 2016

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"Queste casette in legno sono sicure – dice dall’alto dei suoi 90 anni Sante Pottetti – Io non so se potrò ricordare il mio rientro a casa o meno. Però queste strutture prefabbricate sono antisismiche e qui ho meno paura". Qui vive solo; a fargli compagnia un gatto. In questi giorni però è andato a fargli visita la sorella Giovanna, 85enne, che arriva da Roma. "Mi ha svegliato lei – aggiunge Sante, detto Santì –, spaventata. Ho cercato di rassicurarla, malgrado tremori e cigolii. Purtroppo ci siamo abituati".

"È stata la scossa più forte da quando viviamo nelle Sae – aggiunge Assunta Seri –. Ci ha ricordato quello che è successo nel 2016, anche se in realtà non l’abbiamo mai dimenticato. La ricostruzione va molto a rilento". Almeno la sua abitazione, però, è stata demolita. Sono ancora da abbattere invece le case di Teresa Salvatori e Luisa Boncagni, due vicine di casetta. Entrambe ieri erano da sole quando è sopraggiunta la scossa. Entrambe, prima, abitavano nel centro storico.

"Tutte le nostre cose sono là dentro – spiega la prima –, sarà sgomberata quando inizierà la demolizione. Sinceramente ancora non sono andata a verificare, dall’esterno (dentro non si può entrare), se i danni sono peggiorati. Finché le scosse continuano, siamo tutti più al sicuro qui. Stamattina (ieri, ndr) è tornata la paura". "Bisogna accelerare nella ricostruzione – afferma l’amica Luisa –. Non vorrei che con le scosse siamo costretti a subire ulteriori rallentamenti".

Diversa la situazione per Fabio Antenucci, la cui casa ha retto alle scosse del sisma 2016. Non vive quindi nelle Sae, dove invece si trova la madre, l’86enne Maria Ferranti. "Stamattina mia figlia, che ha 18 anni, ha urlato quando ha sentito casa tremare – dice Fabio –, mentre mio figlio, di 9, per fortuna non si è accorto di nulla. Ogni volta che la terra torna a tremare, è una ferita che si riapre. Ma andiamo avanti". "Io e mio marito abbiamo lasciato tutto a casa quando è arrivato il terremoto del 2016 – afferma la signora Maria –. Non so se adesso i danni siano aumentati. Ma va comunque demolita".