FRANCO VEROLI
Cronaca

Tari, la stangata è servita. A Macerata gli aumenti più alti di tutte le Marche

La classifica di Cittadinanzattiva: nel capoluogo +8,9 per cento nel 2024. Pesano la mancanza di una discarica e il trasporto dei rifiuti in provincia di Pesaro. L’Ata: cinque siti entro dicembre. Ma è la stessa promessa dell’anno scorso.

Tari, la stangata è servita. A Macerata gli aumenti più alti di tutte le Marche

Un addetto alla selezione dei rifiuti (foto Calavita)

Nel 2024 la spesa sostenuta da una famiglia marchigiana per la tariffa dei rifiuti (Tari) è aumentata del 5,7% rispetto al 2023, la crescita percentuale più alta d’Italia: mediamente è passata da 250 a 265 euro, 15 euro in più a famiglia. Ma ci sono significative differenze fra i singoli capoluoghi, visto che a Macerata l’aumento della Tari (+ 8,9%) è stato il più alto delle Marche, facendo lievitare la spesa da 219 a 239 euro, 20 in più.

Sono i dati che emergono dal Rapporto 2024 dell’Osservatorio prezzi e tariffe di Cittadinanzattiva che ha preso in esame le tariffe rifiuti applicate in tutti i capoluoghi di provincia italiani nel 2024, assumendo come riferimento una famiglia tipo composta da tre persone e una casa di proprietà di 100 metri quadrati (i costi rilevati sono comprensivi di Iva – ove applicata – e di addizionali provinciali). L’aumento della Tari è stato del 5,2% ad Ancona (da 297 a 312 euro, 15 euro in più), del 7,4% ad Ascoli Piceno (da 234 a 252 euro, 18 in più), del 5,1% a Fermo (da 196 a 206 euro, 10 in più), del 3,6% a Pesaro (da 285 a 295 euro, 10 in più) e del 4,9% ad Urbino (da 269 a 282 euro, 13 euro in più). Tenuto conto che a livello nazionale la spesa media è di 329 euro e quella regionale di 265 euro, potremmo dirci ancora tranquilli, visto che la nostra spesa media è inferiore. Ma va sottolineato che non solo è quella che è aumentata di più, ma è quella destinata a crescere anche il prossimo anno. Al di là di altri fattori, l’incremento della Tari è legato soprattutto al fatto che attualmente dobbiamo trasferire i rifiuti indifferenziati della nostra provincia in quella di Pesaro, visto che Cosmari Srl non ha a disposizione un proprio sito in cui smaltirli, né lo avrà a breve. Come noto, è in fase di progettazione l’ampliamento della discarica di Fosso Mabiglia a Cingoli, per realizzare la cosiddetta terza vasca che dovrebbe essere pronta entro il 2025 per consentire di attivare una nuova discarica nel 2028 o 2029. Un sito che a giudizio dell’assessore regionale Stefano Aguzzi – come riportato alcune settimane fa dal Carlino – non avrebbe però motivo d’essere, visto che dal 2030 saranno pronti gli interventi previsti dal piano regionale dei rifiuti, che prevedono a questo scopo un termovalorizzatore su base marchigiana. Ora, a parte il fatto che le cinque possibili aree per questo impianto (Pesaro, Corinaldo, Tolentino, Fermo e Ascoli Piceno), sono il frutto di un’analisi che non ha carattere prescrittivo, ammesso che tutto fili liscio dovrà essere fatto uno studio ad hoc per la localizzazione, che certo richiederà tempo.

Intanto la nostra provincia dovrà comunque portare i rifiuti da qualche parte sostenete i relativi costi. Ma, al momento, non è dato sapere con certezza dove: nessuno scommette sull’attivazione in tempi relativamente rapidi della terza vasca a Cingoli, anche perché il Comune ha sempre detto che non si metterà di traverso nella misura in cui sarà annunciato il sito in cui realizzare la nuova discarica. Nei giorni scorsi nel corso dell’assemblea dell’Ata, è stato detto che la rosa dei cinque siti tra cui individuare quello idoneo per la nuova discarica arriverà entro la fine di quest’anno. L’anno scorso si disse la stessa cosa. Intanto la Tari aumenta.