di Lucia Gentili
È successo anche quest’anno. A Tolentino, nel periodo clou dell’estate, ovvero nelle due settimane centrali di Ferragosto, si fa difficoltà a consigliare ai turisti dove andare a mangiare. Ristoranti e pizzerie, in particolare nel centro storico, chiudono all’unisono. A spiegare la realtà ferragostana è un operatore del settore, Domenico Sileoni. Il suo locale è aperto. Eppure, paradossalmente, nonostante abbia – per forza di cose – più clienti e più entrate, vuole lanciare un appello ai colleghi e alle altre attività: affinché possano accordarsi sui giorni di chiusura, dare maggiori servizi, e promuovere una bella immagine della città. Fa anche un’altra proposta: una programmazione estiva da parte del Comune a lungo termine. "Mi devo scusare con i turisti che non trovano i locali aperti – esordisce –. Bisognerebbe organizzare turni per garantire servizi alla città. Per carità, ognuno ha il diritto di andare in ferie, anche chi lavora nella ristorazione, ma basterebbe mettersi d’accordo. Questa situazione va avanti da prima del terremoto, poi ovviamente si è acuita con l’aumento di strutture e musei inagibili. Ma Tolentino può ancora dare molto: le persone arrivano e ci chiedono come mai non ci sia movimento. Alcune sera il centro è svuotato. Più che eventi isolati, andrebbe ripensata tutta la stagione, magari con il coinvolgimento a monte dei commercianti e una pianificazione studiata. Non cerchiamo l’assistenzialismo da parte dell’ente pubblico, va precisato, ed è giusto che ognuno sia intraprendente e si rimbocchi le maniche pensando a iniziative e intrattenimento, ma è fondamentale anche condividere, programmare con una visione del futuro, anche in sinergia con il territorio circostante. Io in questi giorni guadagno di più, ma va a discapito della qualità del lavoro. Vorrei solo che la città funzionasse bene". Sileoni, dopo i mesi di clausura forzata da lockdown, ha deciso di non andare in ferie. "Gli altri anni abbiamo chiuso tra fine giugno e inizio luglio – racconta – ma ora c’è bisogno di lavorare. Come operatori dovremmo più collaborare fra noi, ma anche il Comune dovrebbe coinvolgerci di più. Ognuno di noi dovrebbe saper dire ai turisti cosa vedere, mangiare, qual è la storia della città, quali sono le attrazioni dei paesi vicini e magari si potrebbe fare un volantino sulle chiusure dei locali. I turisti ci sono ancora, quest’anno più italiani che stranieri, ma facciamo in modo che tornino a trovarci". E propone infine di accelerare nella ricostruzioni delle mete più gettonate, come il completamento della basilica di San Nicola.