PAOLA OLMI
Cronaca

Taglio del nastro per il "MuBi": "Nuova vita per la casa del custode, uno spazio aperto al confronto"

La cerimonia d’inaugurazione del Museo di biodiversità e storia naturale, a due passi dai giardini Diaz "Abbiamo cambiato il paradigma: un luogo aperto a studenti e bambini, che restituiamo alla città".

Taglio del nastro per il "MuBi": "Nuova vita per la casa del custode, uno spazio aperto al confronto"

Il taglio del nastro del MuBi, Museo di biodiversità e storia naturale ospitato nell’ex casa del custode ai giardini Diaz (Calavita)

Il MuBi, Museo di biodiversità e storia naturale, è diventato parte della città. Da ieri il nuovo spazio educativo fuori dalle mura, che rappresenta la logica espansione del Museo civico di storia naturale situato dentro le mura, si è insediato nell’edificio storico, conosciuto come la ‘casa del custode’ dei giardini Diaz. "Attraverso il MuBI – dice Francesca D’Alessandro, vice sindaco – ci proponiamo di cambiare il paradigma della concezione di museo. MuBI è dinamicità, è uno spazio che si apre agli studenti, ai bambini a tutti gli amici della natura, uno spazio che si coniuga con la storia. Oggi mettiamo un altro tassello a che questo luogo possa essere restituito alla cittadinanza anche in termini sociali". "È stato un intervento di recupero architettonico e funzionale – spiega Andrea Marchiori, assessore comunale ai Lavori pubblici – e precisamente per la prima parte è stato ripreso il progetto del 1888 togliendo gli annessi realizzati negli anni ’40; per la parte funzionale tutto è stato pensato per realizzare un MuBi accogliente, luminoso, ma soprattutto accessibile a tutti. La spesa complessiva è stata di un milione e 400 mila euro". "L’idea che ho condiviso – sottolinea l’architetto Luca Schiavoni – in questi anni con Macerata Musei è legata alla riqualificazione urbana fuori dalle mura che potesse diventare un luogo di divulgazione scientifica. Qui al MuBi abbiamo lasciato delle vetrate perché la scienza sia, appunto, in vetrina e cioè possa essere visibile a e fruibile da tutti. Abbiamo creato il collegamento fra i due piani, abbiamo ricostruito un nuovo volume tra l’edificio e la vecchia torretta dell’Enel per ospitare scale, servizi e ascensore . Ora questo edificio vive di contemporaneità".

"La realizzazione di nuovi spazi collettivi – continua Katiuscia Cassetta, assessore alla Cultura – e partecipati, dedicati alla scoperta della natura dove visioni, idee e azioni si incontrano per creare connessioni e promuovere tematiche scientifiche e ambientali, è la proposta che la città e il Museo Civico di Storia Naturale "Rita Ramazzotti e Romano Dezi" fa ai nuovi visitatori attraverso il MuBI. Grazie al comitato tecnico scientifico a all’Associazione Amici del Museo di Storia Naturale – continua Cassetta – Macerata si arricchisce di un nuovo spazio aperto al confronto e alla condivisione". "Mio padre – conclude Emanuele Dezi, presidente dell’associazione Amici del Museo di Storia Naturale – quando si ventilava l’idea di un trasferimento del Museo, non era entusiasta ma direi che ora, con questa formula, sarebbe felice. I cittadini, le scuole e i turisti, una volta visitato questo spazio espositivo, possono andare a visitare le numerose collezioni da lui raccolte nell’arco di decenni al museo Civico di Storia Naturale, in via Santa Maria della Porta".