"È davvero un pugno nello stomaco, una riduzione pesante che ci preoccupa". John McCourt, rettore dell’Università di Macerata, commenta in questo modo il taglio alle risorse del Fondo di finanziamento ordinario per gli atenei italiani. Non è tanto sorpreso dal calo del finanziamento in sé, che era già nell’aria, quanto dall’entità. Già a luglio, infatti, nell’ambito della Crui (la Conferenza dei rettori delle università italiane), si parlava di una decurtazione complessiva, per tutti gli atenei, di circa 500 milioni. Ma sembra che questa cifra sia stata abbondantemente superata, qualcuno dice fino a 800 milioni. "In questo contesto generale, anche se stiamo ancora perfezionando i calcoli – evidenzia il rettore – per Macerata parliamo di un taglio di circa 1,5 milioni di euro, un danno notevole, con conseguenze pesanti".
L’ateneo sarà costretto a rivedere e riprogrammare tutte le attività alla luce di una ridotta disponibilità di risorse. "Questo taglio, in particolare, colpirà i giovani ricercatori e i dottorandi, è molto probabile che non saremo in grado di fare tutte le assunzioni previste e che dovremo ridimensionare qualche intervento". Il rettore è molto preoccupato perché si tratta di un taglio strutturale che va a colpire l’intero sistema universitario italiano. "Certo ci sono anche i fondi del Pnrr, ma questi sono di passaggio, si esauriscono. Se si interviene sul Fondo di finanziamento ordinario, vuol dire che si riducono le risorse in modo permanente, e questo è davvero preoccupante". McCourt sottolinea come l’università statale vada sostenuta e tutelata, specie in un contesto che vede fiorire gli atenei online. "Se si tagliano i fondi non ci sentiamo adeguatamente tutelati. Speriamo che nei prossimi anni ci sia una inversione di tendenza". Nonostante tutto, però, il notevole impegno che tutto l’ateneo maceratese ha sempre mostrato continua con determinazione. "Noi andiamo comunque avanti – afferma il rettore –. È iniziato il semestre e siamo tutti impegnati su tanti fronti, compreso quello europeo, con progetti grazie a quali raggiungiamo importanti risultati e, magari, intercettiamo anche qualche finanziamento. Ma certo i tagli non ci fanno bene". Vale la pena ricordare che nel 2024 l’Università di Macerata ha registrato un boom di iscrizioni al primo anno: un incremento del 15% rispetto al 2023 che ha riguardato tutti i dipartimenti.
Anche la Cgil punta il dito contro il governo, colpevole di "tagliare i finanziamenti alle Università delle Marche". A lanciare l’allarme Antonio Renga, segretario generale Flc Cgil Marche, e Eleonora Fontana, segretaria Cgil Marche. Già la scorsa estate il sindacato aveva denunciato la riduzione delle risorse che il Ministero avrebbe fatto alle università pubbliche, quantificabili in circa 500 milioni di euro. Nelle Marche il taglio delle risorse del Fondo di finanziamento ordinario (Ffo) ai quattro atenei è del 3%, superiore alla media nazionale che si attesta sul 2%. In particolare, la più penalizzata è l’Università di Macerata, che avrà un taglio del 3,2%. Seguono Urbino con il -3,19%, Camerino con il -3,11%, la Politecnica delle Marche con il -3,06%. "Da anni – sottolineano Renga e Fontana –, segnaliamo l’insufficienza degli investimenti al sistema universitario pubblico. L’Italia impiega meno dell’1% del Pil contro la media dei Paesi Ocse dell’1,6%. E, purtroppo, crediamo che le politiche di austerità del governo siano solo all’inizio". Insomma, una situazione preoccupante, rispetto alla quale Antonio Renga ed Eleonora Fontana chiamano in causa la Regione e i parlamentari del centrodestra: "Cosa faranno per difendere il sistema universitario marchigiano"?