
Il colonnello Mengasini racconta le indagini per arrivare alla banda di pugliesi "Tutto è partito da un inseguimento nella notte a Montecosaro".
Cinque pugliesi nei guai, accusati dei furti di auto tra Macerata e Ancona. Il colonnello Massimiliano Mengasini, comandante del Reparto operativo di Macerata, ripercorre le indagini.
"Lo scorso luglio, alle 3 di notte una pattuglia di Montecosaro ha intercettato un’Audi A1 e una Ford Fiesta, che all’alt non si sono fermate. Ne è nato un inseguimento, dopo il quale cinque ragazzi hanno abbandonato le auto e si sono dati alla fuga nei campi. L’Audi era appena stata rubata a Macerata e aveva il piantone dello sterzo rotto e il nottolino forzato; la Fiesta era stata rubata ad Ancona qualche giorno prima. Quest’ultima aveva telaio e targa contraffatti, e a bordo c’erano arnesi da scasso e due centraline Bosch, usate per avviare le auto".
Come avete individuato gli autori del furto?
"Le ricerche, partite all’istante, ci hanno permesso individuare i presunti responsabili dopo pochissime ore nella stazione di Civitanova, in attesa di un treno che li riportasse a casa. I cinque, tutti tra i 20 e i 30 anni e con precedenti penali, erano di Cerignola, in provincia di Foggia. Avevano graffi su braccia e gambe e indumenti lacerati. Erano nervosi e reticenti nel fornire le generalità. Addosso avevano passamontagna, arnesi da scasso, strumenti elettronici funzionali al furto di autoveicoli e una chiave elettronica per l’avviamento dei veicoli sprovvisti di nottolino di accensione".
Come ci siete arrivati?
"Con vero piacere devo dire che il risultato è frutto in maniera quasi esclusiva dell’attività investigativa classica confrontando, ad esempio, le impronte digitali, risultate compatibili con quelle sui veicoli rubati. Le risultanze investigative sono state avvalorate dall’analisi delle telecamere di videosorveglianza, dei tabulati telefonici e dei tracciati dei Gps. L’autorità giudiziaria ha condiviso il lavoro scrupoloso della stazione di Montecosaro e della Compagnia di Civitanova, firmando il provvedimento eseguito a Cerignola, con il coordinamento della procura di Macerata e la collaborazione dei colleghi di Foggia. Per quattro di loro sono stati applicati gli arresti domiciliari, per il quinto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Le indagini sono in corso per verificare se gli indagati possano essere coinvolti in altri episodi accaduti in provincia".
Qual è il modus operandi degli indagati?
"La base logistica era a Cerignola. Erano in grado di rubare qualunque veicolo, anche su commissione. Le auto vengono portate in Puglia dove sono sezionate dai tagliatori, capaci di smembrare in poche ore interi veicoli eliminando qualsiasi riferimento alla proprietà. Gli stessi preparano i pezzi di ricambio e componenti da immettere poi nel circuito illegale. Il giro d’affari è importante e si rivolge in maniera principale ai veicoli di media e alta gamma. Gran parte dei reati predatori commessi nei nostri territori, in particolare furti e rapine, sono opera di bande provenienti da Puglia e Campania: è il cosiddetto pendolarismo criminale che colpisce le regioni adriatiche".