REDAZIONE MACERATA

Sotto processo per diffamazione, arriva l’assoluzione per il critico d’arte

Era stato denunciato da un consigliere provinciale dei Cinque Stelle di Trento

Sotto processo per diffamazione, arriva l’assoluzione per il critico d’arte

Finito sotto processo per diffamazione ai danni di un consigliere provinciale di Trento, il sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi ieri è stato assolto dal tribunale di Macerata "perché il fatto non costituisce reato". "Speriamo che questa sentenza sia di buon auspicio anche per l’altro procedimento in corso sempre in questo tribunale", ha commentato l’avvocato difensore Giampaolo Cicconi. Il processo chiuso ieri riguardava fatti di maggio del 2019. Sgarbi era stato proposto come presidente del Mart, il museo di arte moderna di Rovereto. Ma un esponente del Movimento 5 Stelle, il consigliere provinciale Alex Marini, lo aveva attaccato ricordando, tra le altre cose, alcune precedenti vicende giudiziarie del personaggio.

Sgarbi aveva risposto con un commento dalla sua pagina Facebook, definendo Marini "inetto, depensante, incompetente, ignorante e onanista". E il consigliere provinciale lo aveva denunciato per diffamazione. Ieri, nell’ultima udienza in tribunale a Macerata, il pubblico ministero Francesca D’Arienzo ha chiesto la condanna a dieci mesi di reclusione per l’imputato. L’avvocato Giampaolo Cicconi ha invece fatto presente per prima cosa che all’epoca Sgarbi era deputato, e che la giunta per le autorizzazioni a procedere aveva dato parere negativo su quel procedimento, poi che comunque il sottosegretario aveva replicato agli attacchi di un avversario politico, la sua era stata solo una reazione.

Alla fine, il giudice Federico Simonelli ha invece assolto il critico d’arte con la formula più ampia, ritenendo che l’attacco via Facebook non integrasse alcun reato. Sulla stessa vicenda, sempre a Macerata Marini ha avviato anche una causa civile; in primo grado aveva ottenuto un risarcimento di 15mila euro, in appello però è stata sospesa l’esecutività delle disposizioni, e ora sulla decisione potrebbe aver rilievo anche l’esito del processo penale.

p .p.