LUCIA GENTILI
Cronaca

Sos sicurezza sulle strade: "Educazione e controlli, è il momento di fare di più"

Marco Scarponi: la bici ha avuto un boom, ma altri Paesi sono meglio di noi "La Regione faccia per chi si allena una ciclabile degna di questo nome".

Marco Scarponi, segretario generale della Fondazione intitolata al fratello Michele

Marco Scarponi, segretario generale della Fondazione intitolata al fratello Michele

"Servono più controlli ma anche più interventi di sensibilizzazione. Bisogna crescere come cultura della sicurezza stradale. Ognuno deve fare la propria parte". A parlare è Marco Scarponi, fratello di Michele Scarponi, vincitore del Giro d’Italia 2011, il ciclista che il 22 aprile 2017 perse la vita in un incidente mentre si stava allenando per le strade della sua città, Filottrano (in provincia di Ancona). Travolto da un furgone, all’età di 37 anni. Dopo la morte, la famiglia ha istituito la Fondazione Michele Scarponi per diffondere i suoi valori, realizzare progetti sulla sicurezza stradale e sulla mobilità sostenibile, rendere in pratica le strade più sicure per tutti, in particolare per gli utenti più vulnerabili come ciclisti e pedoni. Marco è il segretario generale della Fondazione e il fine settimana appena trascorso è stato impegnato nella sesta edizione della Granfondo in memoria del fratello.

La gara, con partenza e arrivo a Filottrano, si è snodata tra le province di Ancona e Macerata, con un piccolo tratto di strada bianca (da qui la denominazione "Strade imbrecciate"). La prossima settimana il fratello del ciclista sarà al Tour of the Alps – l’ultima corsa disputata da Scarponi nel 2017, dove vinse anche una tappa – per ricordare Sara Piffer, l’atleta trentina di 19 anni uccisa da un’auto mentre si allenava in bicicletta su una strada provinciale. "È difficile constatare che continuano a esserci vittime sulla strada – afferma Marco Scarponi –, di ogni categoria, dagli automobilisti ai ciclisti". Non entra nel merito del tragico incidente del 33enne di Montecassiano Pietro Fabiani, morto sabato travolto da un trattore mentre pedalava lungo la Septempedana nel territorio di San Severino: sono ancora in corso gli accertamenti per capire l’esatta dinamica dell’incidente. Scarponi si dice però addolorato. "Bisogna potenziare i controlli – prosegue –. Si fanno ancora pochi interventi, ci sono poca educazione e poche risorse; occorre dare continuità ai progetti e non devono essere rivolti solo ai bambini. Non interventi spot. L’appello alla Regione è fare una pista ciclabile per chi si allena degna di questo nome o segnalare, dove possibile, le strade in cui muoversi con più sicurezza". Anche una riga per terra, che delimiti dove passano i ciclisti. Scarponi fa qualche raccomandazione poi anche agli utenti "fragili": "Non è una gara, bisogna prestare grande attenzione". Il consiglio è di "evitare le strade particolarmente trafficate e non fare manovre azzardate. Negli ultimi anni la passione per la bicicletta ha avuto un boom in Italia ma altri Paesi come sicurezza stradale fanno meglio di noi – dice Scarponi –. Lavorare sull’informazione è un dovere di tutti. Raccomandiamo ad ogni utente prudenza". Nel nome di Michele, la Fondazione lavora creando e finanziando progetti che hanno come fine l’educazione al corretto comportamento stradale, a una cultura del rispetto delle regole e dell’altro.