di Lorena Cellini
Qualità delle acque delle coste marchigiane, luci e ombre. E’ il verdetto di Goletta Verde che ha presentato i risultati delle analisi dei campionamenti: su 12 punti monitorati sei sono oltre i limiti di legge e l’assocazione ambientalista lancia un sos per la foce del fiume Chienti a Civitanova: "Non è un punto campionato, ma vogliamo accendere i riflettori sui rischi per la salute e chiediamo una corretta informazione". Le foci di fiumi, canali e torrenti si confermano il cruccio delle Marche secondo le analisi del 18 e 19 luglio. Dei sei campionamenti a mare e sei alle foci, cinque i punti risultati ‘fortemente inquinati’ e uno ‘inquinato’. Esiti presentati a Fano da Stefano Raimondi, portavoce Goletta Verde e coordinatore Aree Protette e Biodiversità Legambiente, Mariagiulia Lucchetti dell’Ufficio Scientifico Legambiente Marche, Cora Fattori assessore all’Ambiente di Fano e Alessia Merlo, responsabile Conou Coordinamento Area Nord-Est. Fortemente inquinate le foci del Musone tra Porto Recanati e Numana, del torrente Arzilla a Fano, del fiume Esino in località Rocca Priora a Falconara, del Tronto nella riserva della Sentina di San Benedetto, del Tenna a Porto Sant’Elpidio. L’unico punto a mare risultato inquinato – senza fortemente, ndr – è quello di fronte alla foce del torrente Valloscura tra Porto San Giorgio e Fermo. Migliore la situazione degli altri punti campionati a mare. Nei limiti della legge la calata Caio Duilio al porto di Pesaro, la spiaggia 30 metri a sud della foce del Misa a Senigallia, la spiaggia della foce Asola tra Civitanova e Potenza Picena, la foce dell’Ete Vivo a Marina Palmense. Esito positivo anche per la spiaggia alla foce del torrente Tesino a Grottammare e in mare di fronte al torrente Albula a San Benedetto. "L’intento di Goletta Verde – afferma Marco Ciarulli, presidente Legambiente Marche – è aumentare la sensibilità sul tema della depurazione e della corretta informazione ai cittadini. Nelle Marche la catena dei controlli funziona ma, in caso di interdizione alla balneazione, manca l’informazione ai bagnanti. E’ insufficiente apporre un solo cartello per vaste aree di spiagge. Come accade per Civitanova, dove alla foce del Chienti, oltre a non essere un tratto balneabile, ci sono problemi di inquinamento storico, anche recentemente registrati con presenza di contaminanti particolarmente pericolosi, come il mercurio, segnalati con una cartellonistica che non rende merito all’effettiva pericolosità".