LUCIA GENTILI
Cronaca

Sos Fentanyl, l’allarme di Giuli: "È 50 volte più potente dell’eroina. Siamo un crocevia dello spaccio"

Il direttore di Dipendenze patologiche dopo il caso del ragazzo che ha accoltellato i genitori "Probabilmente ha influito la ketamina, che provoca una dissociazione molto intensa".

Sos Fentanyl, l’allarme di Giuli: "È 50 volte più potente dell’eroina. Siamo un crocevia dello spaccio"

Gianni Giuli, direttore del dipartimento Dipendenze patologiche dell’Ast (Azienda sanitaria territoriale) di Macerata, fa il punto sulla diffusione del Fentanyl in provincia (foto Pierpaolo Calavita)

"Educare un figlio, oggi, è difficile. I social propongono un mondo edonistico, dove contano i soldi e il piacere, dove tutto sembra facile e bisogna stare sempre bene. Allora diventa complicato per un genitore "contenere" un ragazzo con delle regole, fargli capire che si deve studiare e lavorare. Che nella vita a volte si soffre. La pandemia, trauma collettivo, ha fatto precipitare la situazione". Gianni Giuli, direttore del dipartimento Dipendenze patologiche dell’Ast (Azienda sanitaria territoriale) di Macerata, spiega quanto sia importante nelle famiglie "non chiudere le porte e farsi aiutare", anche di fronte ai primi segnali di disagio. E quanto spesso, purtroppo, c’entri l’uso di sostanze stupefacenti. Il 23enne Ivan Zamparini aveva preso la "droga degli zombie". E non solo. L’esito degli esami tossicologici, effettuati dopo il pomeriggio di follia a Gagliole, ha evidenziato l’assunzione di Fentanyl e di cannabinoidi, oltre alla presenza massiccia di ketamina. Lunedì, alla convalida dell’arresto, è stata disposta la misura cautelare della detenzione in carcere; è indagato per tentato omicidio aggravato ai danni dei propri genitori. Secondo le ricostruzioni venerdì, in casa, aveva iniziato a ferirsi da solo, infliggendosi dei tagli. Quando i genitori avevano cercato di fermarlo per farlo desistere, aveva colpito con un coltello da cucina prima la madre e poi il padre. Attualmente Ivan è ancora ricoverato all’ospedale Torrette di Ancona a causa delle ferite che si era autoinferto (ai polsi e alla gola). Pur non entrando nel caso specifico, in quanto ovviamente sarebbe da studiare e approfondire da un punto di vista psichiatrico e neurobiologico, il dottor Giuli fa una riflessione generale su quello che succede in provincia.

Che effetti può dare il Fentanyl?

"Innanzitutto bisognerebbe capire come è stato assunto. Ad ogni modo, si tratta di un analgesico oppioide con una potenza almeno 80 volte superiore a quella della morfina e 50 volte più potente dell’eroina. Già da un paio d’anni abbiamo dato l’allarme della sua presenza, da quando è arrivata una segnalazione da Perugia, il cui mercato di spaccio è anche Macerata (per il collegamento veloce con la superstrada). Una segnalazione fatta all’Unità di strada da un consumatore di eroina che aveva registrato effetti mai provati prima. Il Fentanyl è un farmaco, usato in anestesiologia; ma la sua sintesi da qualche tempo è finita in mano alla criminalità organizzata e si può acquistare ad un prezzo molto basso (15-20 euro). All’inizio dà euforia, poi stordimento e depressione. Per questo, nel caso di Gagliole, penso abbia influito di più la ketamina, che invece provoca una dissociazione molto intensa e uno stato di allucinazione, come se si entrasse in un’altra realtà. Se a questo si aggiungono i cannabinoidi, che non vanno sottostimati come droghe leggere per il contenuto elevato di Thc (tetraidrocannabinolo), il risultato è una miscela estremamente potente. Ad esempio la vicenda della strage familiare di Paderno Dugnano per me resta un punto interrogativo: cosa c’è dietro? Non quadra il racconto del ragazzo "normale", non possiamo far passare il messaggio che una persona diventa all’improvviso un pluriomicida".

Qual è la situazione nel Maceratese?

"Da tempo è emerso che la nostra provincia non è più un’isola felice. Civitanova si trova sulla rotta balcanica (dal porto di Ancona arriva qui), Perugia, punto di spaccio centrale, è vicina. Quindi da noi arriva tutto facilmente, siamo in mezzo ad un crocevia e si possono avere sostanze di tutti i tipi a disposizione. Ma è vero anche che, non essendo una realtà metropolitana, nel piccolo le istituzioni collaborano più facilmente. Ambiti territoriali sociali, Comuni, Ast, forze dell’ordine, la prefettura che ha riaperto il tavolo "Uniti contro le droghe", ci confrontiamo continuamente su queste tematiche. Al dipartimento i giovani pazienti sono in aumento. Ma in media si cura una persona su quattro; gli altri sono fuori e continuano a fare uso di sostanze".

Come prevenire?

"Un primo approccio potrebbero essere i Family Point, punti di ascolto sparsi un po’ in tutto il territorio, come Macerata, Civitanova, San Severino, Matelica, Tolentino, Camerino ecc. Stiamo per aprirne uno nuovo a Recanati. Sono finanziati dalla Regione e aperti a tutti. Si tratta di un sistema di ascolto in cui la famiglia può parlare del disagio che sta vivendo. Non bisogna avere paura nel fare questo. È un primo passo. Poi, come secondo step, c’è l’ambulatorio per minori (accessibile fino a 25 anni) in cui subentra l’intervento specialistico. La privacy è assoluta (non è il Sert). Oltre a questi servizi, lavoriamo molto nelle scuole con i Cic Centri di informazione e consulenza; tutti gli istituti della provincia hanno a disposizione una psicologa. Anche in caso di una delusione amorosa. La privacy, anche qui, è assolutamente rispettata. Cerchiamo di far capire ai ragazzi, oltre che alle famiglie, che bisogna farsi aiutare".

Quanto ha inciso il Covid?

"Tanto. Ma i giovani non sono tutti così. Le sostanze stupefacenti sono state responsabili di quanto accaduto a Gagliole. E il Covid in generale ha fatto precipitare tante situazioni. Laddove non ci sono le istituzioni, subentrano il web o lo spacciatore di turno".