di Lucia Gentili
Fare prevenzione e ricerca. E’ questo il servizio principale della sede Ingv, Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, all’università di Camerino. Istituita per volontà del rettore Unicam Claudio Pettinari e del presidente Ingv Carlo Doglioni lo scorso settembre, è stata poi inaugurata a dicembre, anche con la partecipazione della Protezione civile regionale. Attualmente lavorano nella sede tre dottorandi e quattro ricercatori Ingv e Unicam. Oltre al direttore di sede, il professor Emanuele Tondi, ci sono Lauro Chiaraluce, Lucia Luci, il ricercatore Miller Zambrano, i dottorandi Giulio Poggiali, Hamed Dabiri e Veronica Gironelli. Ma la nuova programmazione di ricerca prevede tre nuovi dottorandi e due assegni di ricerca (finito il dottorato). I bandi sono ancora aperti (informazioni su http:istituto.ingv.ititsede-unicam.html); uno dei tre nuovi dottorandi si occuperà di impatti di meteoriti e oggetti celesti, mentre gli assegnisti di ricerca seguiranno le caratteristiche petrofisiche delle rocce, ovvero indagini geofisiche per capire come si innescano sismi e come varia la presenza di fluidi nel tempo; i fluidi, tipo l’acqua, facilitano il movimento delle faglie e, se aumenta la pressione, queste si muovono più facilmente). L’altro assegno si occuperà di vulcanologia. "I bandi sono stati pubblicati e sono aperti a studiosi da tutta Italia e dall’estero", spiega il professor Stefano Mazzoli, responsabile della sezione di Geologia Unicam. L’obiettivo della sede è sviluppare ricerche e collaborazioni tra i due enti, Unicam e Ingv, sui temi dei rischi, ma anche delle risorse naturali, e migliorare la consapevolezza del rischio nella popolazione locale. "Si arricchisce, con il coinvolgimento dei ricercatori Ingv nell’offerta formativa, la didattica del corso di Geologia", prosegue il docente. E spiega quali studi stanno eseguendo. "Il post-sisma – afferma – ci tiene impegnati in particolare sulle sorgenti sismogenetiche, le faglie che producono terremoti. La crisi sismica del 2016, con migliaia di eventi, ha permesso di localizzare e definire la geometria delle faglie e i parametri dimensionali, importanti per definire pericolosità e rischio. La riattivazione della faglia sul Vettore, con uno spostamento in superficie di oltre un metro, ha consentito di fare osservazioni sul terreno. Non si può prevedere quando ci sarà il prossimo terremoto, ma possiamo attenzionare le zone di gap sismico". Ovvero quelle caratterizzate da un’alta probabilità di ripresa dell’attività sismica. Si occupano poi di microzonazione sismica nei Comuni del cratere, con dettagli geologici locali. "Ci interfacciamo con le amministrazioni – conclude Mazzoli – anche come spinta per migliorare l’edilizia, ovvero l’edificato e l’edificabile". "Mi piace essere a servizio della ricerca e della società. Studiamo per dare informazioni utili a livello comunitario", spiega il 30enne Tiziano Volatili, residente a Monte San Giusto e dottorando Unicam, è reduce da 5 mesi in Norvegia. Mentre la 25enne di Recanati Gironelli sta studiando le Fac, le faglie attive e capaci.