LORENZO FAVA
Cronaca

Sindacati in allarme: rischio privatizzazione dell'acqua pubblica, serve gestore unico

I sindacati Cgil, Cisl e Uil chiedono un gestore unico per evitare la privatizzazione dell'acqua e salvaguardare 500 lavoratori.

Broglia, Crucianelli, Principi, Gravina, Coppari e Caracini lanciano la mobilitazione sull’acqua

Broglia, Crucianelli, Principi, Gravina, Coppari e Caracini lanciano la mobilitazione sull’acqua

L’acqua rimanga un bene pubblico. Con le concessioni attuali alle partecipiate in scadenza e la situazione politica di stallo, andremo verso la privatizzazione; un rischio che è quasi una certezza. Si scelga, e con urgenza. Se ne discute da due anni, ora basta.

I sindacati Cgil, Cisl e Uil chiedono congiuntamente una soluzione veloce al problema dell’acqua nell’Aato 3. Per mantenere pubblico il servizio, serve che i sindaci trovino un accordo sulla costituzione di un gestore unico. Con le aziende la cui gestione scadrà a fine 2025 e 500 lavoratori che rischiano il posto, Rocco Gravina, sindacalista Cisl, spiega che "vogliamo salvaguardare i lavoratori oltre che far sì che venga garantito un servizio efficiente a 330mila cittadini. La politica si assuma le sue responsabilità, non torni indietro come fatto in questi mesi".

Il primo agosto la soluzione sembrava prossima: l’assemblea Aato 3 votava all’unanimità per la via del gestore unico, ma "ad oggi – dicono i sindacati – non c’è una progettualità concreta per mantenere il servizio idrico in house". Daniele Principi, della Cgil, evidenzia: "Siamo al punto di rottura. Se non sia arriva al gestore unico si andrà a gara per il privato. Il servizio peggiorerebbe, e i lavoratori rischierebbero il posto. Lanciamo una mobilitazione straordinaria con assemblee pubbliche in programma da gennaio".

Sergio Crucianelli, segretario Uil, aggiunge: "Manifestiamo il nostro impegno affinché il servizio idrico sia efficiente e a tariffe contenute. Siamo con i lavoratori, questo clima di incertezza non fa bene a nessuno. Ci mobiliteremo sul territorio per far conoscere il pericolo della privatizzazione".

I lavoratori delle varie aziende che gestiscono l’acqua sul territorio si dicono in ansia. Massimo Candria, dell’Rsu Apm, spiega: "Siamo preoccupati. Anche la qualità del servizio cadrebbe in caso di privatizzazione. Chiediamo che la politica e i direttori delle municipalizzate trovino un accordo". Gianfranco Farricelli, che lavora all’Assm di Tolentino, sottoscrive e aggiunge che "senza una risposta pronta, nel caso che entri un gestore privato, che potrebbe anche essere straniero, i dipendenti rischiano. L’incertezza crea nervosismo".

Dello stesso parere è il collega Enrico Cetoretta: "Le preoccupazioni degli operai sono tante. Speriamo vengano date risposte a chi rischia il posto". Simone Vallesi, dell’Atac di Civitanova, evidenzia che "i cittadini vedrebbero col privato un incremento della tariffa. Con la gestione pubblica il denaro viene investito nel territorio e non tra gli azionisti di un’azienda. Il servizio, poi, non sarebbe più capillare come ora, senza contare il rischio di licenziamenti".

I sindacalisti Andrea Coppari, Giuliano Caracini e Manuel Broglia chiudono: "Abbiamo aperto lo stato d’agitazione, programmiamo assemblee su tutto il territorio e se necessario arriveremo allo sciopero. L’acqua resti pubblica".