Bagno di folla, con tante autorità regionali e locali, per l’inaugurazione mercoledì pomeriggio a Matelica della sede comunale in piazza Enrico Mattei, nello storico edificio di Palazzo Ottoni, i cui lavori di restauro sono terminati la scorsa estate.
Per il sindaco Denis Cingolani, che ha tagliato il nastro, "quella di oggi non è solo una semplice inaugurazione, ma un nuovo inizio per Matelica, considerando che, dopo otto lunghi anni, tornano in piazza Mattei tutti gli uffici comunali. Continueremo a lavorare qui per il bene della nostra città, ascoltando le esigenze dei cittadini e promuovendo lo sviluppo locale".
Tra i ringraziamenti un lungo applauso ha accompagnato il ricordo dell’ex sindaco Massimo Baldini, "spesosi nella ricerca di fondi per far tornare Matelica alla normalità". A benedire lo stabile è stato il vescovo Francesco Massara: "Dopo tanti sacrifici – è stato il suo auspicio – questo luogo torni a essere un salotto accogliente per tutta la comunità di Matelica". Il responsabile dell’ufficio tecnico comunale, Roberto Ronci, ha illustrato i lavori compiuti per una spesa complessiva di un milione e 265mila euro.
Piena soddisfazione per il commissario straordinario alla ricostruzione Guido Castelli, che ha parlato di un "clima sereno nel quale si è lavorato e Matelica, che è una splendida città, si sta riappropriando dei suoi spazi: i prossimi saranno la caserma dei carabinieri, il convento dei Filippini e le mura castellane". Il presidente della Regione Francesco Acquaroli ha invece parlato anche del futuro, "perché la ricostruzione non può essere solo materiale, ma pensiamo allo sviluppo della zona montana con la Pedemontana che dovrà collegare Ascoli e poi Teramo con Urbino e con il progetto dei borghi in cui crediamo, per valorizzare con il turismo anche storia, cultura ed enogastronomia. Matelica in questo è stata di esempio dimostrando resilienza, coraggio e determinazione".
La serata è terminata con un rinfresco e la visita agli spazi riaperti e ai sotterranei, che custodiscono la domus romana del II secolo dopo Cristo.
Matteo Parrini