È in procura a Macerata il fascicolo che vede indagato il sottosegretario alla cultura Vittorio Sgarbi, in merito al dipinto attribuito a Rutilio Manetti. Il quadro, esibito in mostra a Lucca nel 2021 come proprietà inedita del critico d’arte, sarebbe lo stesso rubato nel 2013 dal castello di Buriasco, a Torino. L’ipotesi di reato è riciclaggio di beni culturali, l’articolo 518 sexies del codice penale. "Ma di questa inchiesta io non so nulla, l’unica cosa evidente qui è il reato di rivelazione di segreto istruttorio", ribatte Sgarbi. A rendere nota la vicenda sono stati Report e "Il Fatto".
Il fascicolo era stato aperto dalla procura di Imperia, che stava indagando per una presunta esportazione illecita di opere d’arte, in merito a un’opera di Valentin de Boulogne. Per quanto riguarda la tela di Manetti, non essendo ancora chiaro dove sarebbe stato commesso il reato, il fascicolo è stato trasmesso qualche giorno fa per competenza alla procura di Macerata, visto che il sottosegretario ha da sempre la residenza a San Severino, Comune di cui è stato sindaco negli anni ’90. Il procuratore Giovanni Narbone non ha voluto però dare ulteriori informazioni sulla vicenda, in attesa di esaminare i documenti agli atti, cioè il materiale raccolto dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale. Non è neanche da escludere che da Macerata l’inchiesta venga trasferita altrove, nel momento in cui emergessero elementi su dove possa essere stato commesso il reato. Non è stato precisato se ci siano altre persone indagate nella vicenda oppure no. Ma intanto il sottosegretario rintuzza ogni accusa: "Quella del Fatto Quotidiano è solo una violazione del segreto istruttorio, perché io non ho ricevuto nulla, non so nulla di questa inchiesta. La tela in mio possesso è in buone condizioni e con una stesura pittorica ben conservata e uniforme, mentre da quanto ho letto quella rubata sarebbe stata danneggiata. Qualunque valutazione va fatta sull’opera, di cui quella rubata è manifestamente una copia, come tutte quelle conservate in quel castello. Il mio quadro è a casa mia, a Ferrara. Io lo trovai una ventina di anni fa in una villa di mia madre, e l’ho fatto restaurare". Nel 2000 infatti, Rita Cavallini, madre di Sgarbi, acquistò villa Maidalchina a Viterbo. Durante i lavori, fu trovato il quadro, la "Cattura di San Pietro" di Rutilio Manetti. Nel 2013 però a Buriasco era stato denunciato il furto di un’opera molto simile. I ladri avevano graffiato la cornice, lasciando un lembo di tela. Nel punto esatto in cui quel quadro è danneggiato, sulla tela del sottosegretario c’è una fiaccola. "Villa Maidalchina era una casa papale: ha più senso che un quadro come quello fosse vicino Roma, e che quella rubata in Piemonte fosse una riproduzione. Tutti possono esaminare la mia tela. Cosa che credo non abbiano fatto Report e Il Fatto, che si sono limitati ad avvicinare persone che ce l’avevano con me; ad esempio un restauratore che reclama da me il pagamento di un lavoro, che io non voglio pagare perché fatto male". "L’unica certezza qui è la violazione del segreto istruttorio – concorda l’avvocato Giampaolo Cicconi, che difende il sottosegretario –. Noi non abbiamo ancora neppure l’avviso di fine indagini per l’altra inchiesta di Imperia, sulla presunta esportazione di opere d’arte, che risale al 2021".